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La IEA e l’industria stanno mentendo sul futuro delle rinnovabili?

La IEA e l'industria stanno mentendo sul futuro delle rinnovabili

 

(Rinnovabili.it) – «Questo rapporto è stato elaborato per sfidare il pensiero convenzionale e i modelli lineari che dominano gli scenari attuali sui futuri dell’energia». Già dalle prime due righe, il rapporto del think tank Carbon Tracker sull’evoluzione delle rinnovabili suscita interesse. Ancor più quando gli analisti scrivono che le «maggiori opportunità verranno da trasformazioni drastiche piuttosto che tramite approcci business as usual o cambiamenti graduali».

Stanno invocando una rivoluzione? Pressappoco. Gli esperti prendono di mira le analisi fin qui condotte dalle compagnie di petrolio, gas e carbone, ritenendole «eccessivamente ottimistiche» e «fuorvianti per gli azionisti». Nelle loro previsioni, starebbero ignorando l’enorme potenziale di un abbattimento della domanda di energia “sporca”, in linea con gli sforzi per mantenere l’aumento delle temperature globali entro i 2 °C al 2100.

«Perché gli investitori – ha chiesto James Leaton, responsabile della ricerca – dovrebbero accettare le loro affermazioni sul futuro del carbone e la domanda di petrolio, quando chiaramente non si allineano con gli sviluppi politici e tecnologici? Gli investitori hanno bisogno di sfidare le aziende che stanno ignorando il crollo della domanda che il mercato vede approssimarsi molto prima di quanto non dicano gli scenari di business as usual dell’industria. In caso contrario, saranno dalla parte sbagliata della rivoluzione energetica».

 

La IEA e l'industria stanno mentendo sul futuro delle rinnovabili

 

Le major del petrolio, tra cui Exxon, Statoil, Shell e BP pubblicano rapporti sulle prospettive energetiche che vedono i combustibili fossili continuare a soddisfare la maggior parte della domanda di energia nel futuro. I loro scenari sono generalmente coerenti con un aumento delle temperature globali di 4-6 °C, che secondo gli esperti innescherà cambiamenti climatici catastrofici.

L’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) e la statunitense Energy Information Administration producono scenari simili, citati selettivamente dal settore. In essi si combinano le previsioni rialziste per la crescita della popolazione e la crescita economica, mentre le stime sul potenziale dell’efficienza energetica e le tecnologie a basse emissioni di carbonio rimangono conservative.

Queste prospettive, secondo gli analisti di Carbon Tracker, non sono confermate dalle ultime tendenze, e potrebbero portare l’industria a investire in risorse costose e non necessarie. La IEA non è riuscita a prevedere il boom del fotovoltaico, criticano gli esperti, e l’imminente invasione nel mercato dell’accumulo domestico e delle auto elettriche potrebbe minare profondamente la domanda di benzina. L’unico rischi per uno scenario tanto idilliaco sono le ripercussioni di una trasformazione sociale e geopolitica innescata dalla rivoluzione energetica. Un rischio per niente trascurabile.

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