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Valli dell’idrogeno, in Europa almeno 20 progetti in corso

Valli dell'idrogeno
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Hydrogen Valleys, cosa sono e come funzionano?

(Rinnovabili.it) – Per far avanzare la nuova economia dell’idrogeno esistono due strade. L’implementazione di politiche governative e regolamenti di supporto al settore (approccio “dall’alto verso il basso”); la realizzazione di progetti specifici che mettano assieme domanda e offerta (“dal basso verso l’alto”). In Europa si stanno battendo entrambi i percorsi. Da un lato i Paesi hanno messo a punto le proprie strategie nazionali, dall’altro hanno iniziato a diffondersi iniziative per creare una catena del valore completa. Sono quelle che in gergo vengono chiamate “Hydrogen Valley”, ossia Valli dell’Idrogeno, hub ed ecosistemi territoriali votati al vettore.

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Dove si trovano? Per lo più nel Vecchio Continente e in Asia orientale. Per la precisione, esistono più di 36 progetti nel mondo, distribuiti in 19 Nazioni per un valore complessivo di 36 miliardi di euro. Di questi poco più di 20 si trovano nella regione europea  – Paesi Bassi in primis con 5 progetti – e offrono uno sguardo prezioso all’evoluzione del settore.

Quattro parametri per identificarle

Cosa rende tale una Valle dell’Idrogeno? Sebbene il concetto sia relativamente nuovo e appaia modellato, di volta in volta, sulle esigenze finali, esistono parametri comuni in grado di identificarle. A renderli noti è oggi The Hydrogen Valley Platform, piattaforma di collaborazione globale nata per volere dell’Impresa comune per le celle a combustibile e l’idrogeno (FCH JU) e di Mission Innovatition.

In primo luogo la scala di sviluppo: i cluster dell’H2 vanno oltre le semplici attività dimostrative. Mirano a raggiungere il mercato e lo fanno con investimenti multimilionari. Includendo solitamente una serie di sottoprodotti che ne definiscono l’ampia dimensione.

Essenziale è anche un ambito geografico chiaramente definito. Le Valli dell’Idrogeno sono ecosistemi modellati specificatamente attorno al luogo di destinazione. Potrebbero avere un focus locale o regionale (ad esempio un grande porto e il suo hinterland) ma anche uno più ampio di livello nazionale o internazionale.

Ogni progetto dovrà anche abbracciare l’intera value chain. Quando si parla di Hydrogen Valley non si intende solo la produzione del vettore H2 ma anche il suo trattamento, stoccaggio e distribuzione. E nella maggior parte dei casi, l’ecosistema comprende anche gli impianti di generazione di energia pulita con cui alimentare gli elettrolizzatori.

Ultimo aspetto, ma non per importanza: la fornitura a diversi settori finali. Gli hub dell’idrogeno rispondono idealmente a diverse esigenze, dalla mobilità all’industria Pertanto possono essere considerati come ecosistemi in cui varie applicazioni finali condividono un’infrastruttura comune.

Cosa fare per accelerare lo sviluppo delle Valli dell’Idrogeno

Tra gli elementi messi in luce dal report dalla Piattaforma appare chiaro si tratti di un comparto ancora in maturazione. In poco tempo i progetti delle Valli dell’Idrogeno sono passati dall’essere finanziati e gestiti esclusivamente da autorità pubbliche o partenariati pubblico-privati, ad aver un 50% di iniziative esclusivamente private.

E gran parte degli ostacoli iniziali appaiono ancora da risolvere. Ad oggi infatti solo 4 progetti di valle dell’idrogeno risultano già in funzione a livello globale. Tra questi quello danese, dove dove l’idrogeno è impiegato per bilanciare la produzione Eolie in rete, rifornendo industria e mobilità.

Il documento della Hydrogen Valley Platform ha identificato alcune barriere chiave. A partire da un adeguato supporto normativo  edal reperimento del sostegno finanziario pubblico per l’avvio dei progetti. Problematico appare anche trovare acquirenti per il vettore e firmare contratti a lungo termine per rendere i progetti bancabili. E per l’Europa, oggi dipendente dalla tecnologia estera in molti settori ella transizione ecologica, c’è anche il nodo della disponibilità tecnologico.

Consulta qui la mappa delle valli dell’idrogeno nel mondo

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