Dopo 3 anni il progetto europeo Eden, coordinato dal centro di ricerca italiano, ha scoperto un sistema efficiente di accumulo dell’idrogeno
Gli obiettivi principali di questo progetto di ricerca riguardano lo sviluppo di un nuovo materiale con elevate capacità di storage dell’idrogeno racchiuso un apposito serbatoio e in grado essere gestito in tempo reale. Tale sottosistema è integrato in un sistema di conversione di potenza (PCS), capace di abbinare fonti energetiche intermittenti (come le rinnovabili) alla domanda di energia locale (ad esempio piccole abitazioni o edifici residenziali) con maggiore efficienza rispetto ai sistemi di accumulo di energia oggi disponibili sul mercato. Peculiarità del progetto è infatti sviluppare un sistema di batteria a idrogeno che preveda l’utilizzo di fotovoltaico ed eolico, seguendo i profili di consumo degli utenti.
Precedenti programmi europei (StorHy, NESSHY, COSY, NANOHY, FLYHY), hanno evidenziato come lo storage dell’idrogeno allo stato solido sia la soluzione più promettente. Tra quelli studiati, i materiali a base di magnesio rappresentano oggi il candidato più adatto a soddisfare gli obiettivi di stoccaggio su scala industriale: possiedono la giusta densità gravimetrica (il rapporto tra la quantità di energia in essa contenuta e il suo peso) ed energetica (la quantità di energia immagazzinata in un dato sistema per unità di volume). Lo stesso vale per tempi e pressione di carica e scarica. Lo scoglio principale per l’ampio uso dei materiali a base di magnesio nel sistema di stoccaggio dell’idrogeno è rappresentato da due limiti: la temperatura di esercizio, pari a circa 300 °C, e l’elevato calore di reazione, circa 10Wh/g. Il progetto EDEN mira a superare gli ostacoli sviluppando e realizzando un sistema di stoccaggio efficiente.