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Germania, pronta a divenire leader nelle tecnologie dell’idrogeno

Berlino annuncia l’investimento di 100 milioni l’anno in venti consorzi di ricerca energetica per testare nuove tecnologie verdi

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 Nuovi “laboratori pratici” dove testare la scalabilità delle tecnologie dell’idrogeno

(Rinnovabili.it) – Ben 500 milioni di euro saranno investiti per portare le nuove tecnologie dell’idrogeno (in termini di produzione, stoccaggio e utilizzo) dai laboratori alle condizioni di vita reali. La promessa arriva dalla Germania, dove il Ministro federale dell’economia Peter Altmaier ha annunciato in questi giorni i nuovi finanziamenti dedicati a quella che egli stesso definisce la “prossima fase della transizione energetica” tedesca. L’obiettivo è semplice: regalare alla Germania la leadership mondiale nel settore. “Vogliamo divenire il numero uno al mondo nelle tecnologie dell’idrogeno”, ha commentato Altaimer sottolineando come questo comparto offra “un enorme potenziale sia per l’Energiewende, che per la protezione del clima e la creazione di nuovi posti di lavoro”.

 

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Le nuove risorse economiche saranno distribuite, attraverso un programma quinquennale, ad aziende e università selezionate in questi mesi dal Mistero dell’Economia grazie a un concorso di idee. All’iniziativa avevano risposto 90 consorzi, composti da circa 500 società in totale: il governo ne ha scelti venti in tutto, con l’obiettivo di valutare se le loro proposte tecnologiche possano essere applicate alle condizioni reali, adattandole ad una produzione su scala industriale. “Nell’estate del 2019 annunceremo le idee progettuali selezionate”, ha aggiunto Altmaier. “La realizzazione tecnica può quindi iniziare dal 2020”.

Ma quando si parla di idrogeno, la Germania è intenzionata a fare le cose in grande e i finanziamenti annunciati sono solo l’inizio. Il governo ha già anticipato di star lavorando ad una “strategia nazionale” per il celebre vettore energetico, che dovrebbe essere completata entro la fine dell’anno. L’obiettivo è rendere l’H2 uno degli elementi di rilancio per le cosiddette “regioni a cambiamento strutturale”, ossia tutti quei territori legati economicamente al carbone, ai quali oggi è chiesta una profonda trasformazione energetica e occupazionale. Ciò spiega anche perché molti vincitori del concorso provengano dalla regione lusaziana o dalla Renania settentrionale-Vestfalia.

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