Una mozione approvata a larga maggioranza dall’europarlamento impegna la Commissione a chiarire quanto spazio dovrebbe avere il vettore energetico prodotto a partire dal gas con recupero di CO2
La strategia UE sull’idrogeno non indica target specifici per l’H2 non rinnovabile
(Rinnovabili.it) – La Commissione europea aveva modellato la strategia UE sull’idrogeno tenendo al centro l’H2 rinnovabile. All’idrogeno low-carbon – che pure non è stato escluso – viene lasciato in secondo piano. Adesso l’europarlamento vuole sapere esattamente quanto spazio dovrebbe avere. E lo mette agli atti con una mozione approvata il 19 maggio a larga maggioranza.
La mozione è passata con 411 voti a favore, 135 contrari e 149 astensioni. Anche se non ha alcun valore vincolante, mette pressione sull’esecutivo europeo. Gli eurodeputati rimarcano che la svolta dell’idrogeno non è possibile solo con quello prodotto tramite elettrolisi da fonti rinnovabili. Per creare un mercato solido e permettere alla capacità produttiva di raggiungere in tempi rapidi le dimensioni volute, è necessario usare anche l’idrogeno prodotto a partire dal gas con recupero di CO2.
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Nel testo della mozione si legge che “un’economia sostenibile dell’idrogeno dovrebbe consentire di aumentare le capacità all’interno di un mercato energetico dell’UE integrato” e “sottolinea la necessità di investimenti per aumentare la produzione rinnovabile abbastanza velocemente da raggiungere gli obiettivi climatici e gli obiettivi ambientali dell’UE per il 2030 e il 2050, mentre va riconosciuto l’idrogeno a basse emissioni di carbonio come tecnologia ponte a breve e medio termine”.
Visto che l’H2 low-carbon deve fare da ponte, l’aula di Strasburgo chiede anche alla Commissione di “valutare approssimativamente la quantità di idrogeno a basse emissioni di carbonio necessaria ai fini della decarbonizzazione fino a quando l’idrogeno rinnovabile non potrà svolgere questo ruolo da solo, in quali casi e per quanto tempo”.
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La strategia UE sull’idrogeno prevede che il vettore diventi parte integrante del sistema energetico comunitario. Tra gli obiettivi della Commissione c’è la produzione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde al 2030 e 40 GW di elettrolizzatori. Obiettivi che invece mancano per l’idrogeno low-carbon, ad oggi la fonte principale di H2 del continente.
Scettici o apertamente contrari molti osservatori, che si allineano alle critiche espresse dagli eurodeputati del gruppo dei Verdi / ALE. “Dare un ruolo di transizione all’idrogeno a basse emissioni di carbonio e dirottare preziosi fondi pubblici dal risparmio energetico e dalle energie rinnovabili, metterebbe a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Europa. L’Europa ha il potenziale per produrre idrogeno da elettricità rinnovabile, perché dovremmo attenerci all’idrogeno a base di gas fossile?”, argomenta Esther Bollendorff di CAN Europe.