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Stoccaggio di Idrogeno: nuovi cristalli sopramolecolari aumentano la capacità

Stoccaggio di Idrogeno: nuovi cristalli sopramolecolari aumentano la capacità gravimetrica e volumetrica

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Stoccaggio di Idrogeno: nuovi cristalli sopramolecolari aumentano la capacità gravimetrica e volumetrica
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Un nuovo progresso per lo stoccaggio dell’Idrogeno

Nuovi passi avanti per le tecnologie di stoccaggio dell’idrogeno. Un team di ricerca dell’Università di Hong Kong (HKU) e della Northwestern University, in Illinois, ha messo a punto un innovativo materiale assorbente dotato di elevata capacità d’accumulo, sia in termini di peso che di volume stoccato. Il risultato potrebbe migliorare le attuali soluzioni di conservazione e trasporto del vettore, ampliando la gamma di applicazioni finali.

Idrogeno: Il Carburante del Futuro e le Sue Sfide

L’idrogeno è spesso ritenuto il carburante del futuro per via delle sue emissioni zero e dell’alta densità energetica gravimetrica. Il suo grande limite è sempre stata la sua bassa densità volumetrica che richiede serbatoi molto grandi, complicando lo stoccaggio e il trasporto. Una soluzione promettente per ridurre la pressione di stoccaggio dell’idrogeno è l’utilizzo di materiali porosi come le strutture metallo-organiche (MOF), le strutture organiche covalenti (COF) e i polimeri organici porosi (POP), che intrappolano il gas a pressioni inferiori.

Negli ultimi anni gli studi di settore hanno raggiunto importanti risultati con questi materiali in termini di capacità gravimetrica. In altre parole oggi MOF e simili riescono a stoccare quantità soddisfacenti di H2 in termini di peso. Non va però altrettanto bene la capacità volumetrica, cruciale invece per l’ottimizzazione dello spazio nei serbatoi dei veicoli a idrogeno.

Cristalli sopramolecolari per lo stoccaggio dell’idrogeno

Il gruppo di scienziati, guidato dal professor Fraser Stoddart, è riuscito a progettare un cristallo sopramolecolare con pori di dimensioni ottimali (tra 1,2 e 1,9 nanometri), ideali per intrappolare l’idrogeno. Il risultato è un materiale con una superficie specifica elevatissima, sia per unità di peso (3.526 m²/g) che per unità di volume (1.855 m²/cm³), e con un’elevata stabilità.

Questa struttura offre tre vantaggi principali:

La Strategia Innovativa della “Catenazione a Punto di Contatto”

Il segreto del successo? Aver sviluppato un metodo chiamato “catenazione a punto di contatto”, che utilizza i legami idrogeno per collegare le molecole in modo preciso e “intelligente”, riducendo la perdita di spazio utile nei cristalli e ottimizzando i pori per immagazzinare meglio l’idrogeno. Di conseguenza, il cristallo creato è molto stabile e può immagazzinare una grande quantità di idrogeno in modo più efficiente rispetto ad altri materiali.

Lo studio è stato pubblicato su Advanced Materials (testo in inglese).

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