Il distributore di gas Madrileña Red de Gas e il costruttore PRYCONS hanno lanciato in Spagna il primo progetto per la fornitura e impiego di idrogeno domestico, con cui rimpiazzare i consumi di gas. Ma secondo un nuovo studio, l'uso dell'H2 per il riscaldamento residenziale è meno economico ed efficiente di altre alternative ecologiche
Riscaldamento a idrogeno rinnovabile, opportunità o mera illusione?
(Rinnovabili.it) – Madrid apre le porte al riscaldamento a idrogeno rinnovabile. Dopo alcuni esperimenti a livello mondiale – il più celebre è l’apripista H100 in Scozia – anche in Spagna c’è chi vuol concedere al vettore un ruolo nel fabbisogno energetico domestico. Il progetto appartiene a Madrileña Red de Gas, distributore di gas naturale e al gruppo edilizio PRYCONSA. Le aziende hanno avviato una collaborazione che le vedrà prossimamente impegnate nella costruzione di un’infrastruttura per la produzione e distribuzione di idrogeno verde. Il vettore sarà consegnato a 100 abitazioni di proprietà della società immobiliare e localizzate a Valdemoro, comune dell’area metropolitana di Madrid. Poche le informazioni fornite a riguardo. Le società spiegano che l’obiettivo è soddisfare il fabbisogno energetico residenziale e che saranno sviluppati gli impianti necessari per il perfetto funzionamento dell’H2, come se fosse gas naturale.
“L’essere parte del primo progetto in Spagna per l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile come fonte di energia in un complesso residenziale – sottolinea Marco Colomer, presidente e a.d. di PRYCONSA – fa parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delineati dalla nostra azienda nell’ambito della strategia di sostenibilità. Questo progetto innovativo […] aggiunge valore al nostro prodotto, oltre a rafforzare il rapporto con Madrileña Red de Gas come fornitore leader e di riferimento e, soprattutto, consente ai nostri clienti di godere di una nuova fonte di energia, la più innovativa e sostenibile oggi”.
“Riscaldare le case con l’idrogeno è tutt’altro che un sogno irrealizzabile”
L’iniziativa, così come altre nate in questi anni, mira a sfruttare al massimo le potenzialità del vettore a livello residenziale, ma per la sola voce dei consumi termici esistono diversi dubbi sull’efficienza della misura. Dubbi raccolti in un nuova analisi di revisione pubblicata in questi giorni su Joule (testo in inglese) dal ricercatore Jan Rosenow (università di Oxford). Rosenow ha passato al setaccio 32 studi condotti a livello internazionale, regionale, nazionale e locale, da università, istituti di ricerca e organizzazioni intergovernative per rispondere ad una semplice domanda: esistono prove che il riscaldamento a idrogeno rinnovabile sia fattibile?
“È importante sottolineare – scrive lo scienziato – che esistono molti usi finali legittimi e attuali per l’idrogeno verde prodotto con elettricità rinnovabile, ad esempio come materia prima nell’industria, per processi ad alta temperatura, nel trasporto marittimo e per lo stoccaggio di energia a lungo termine”. Tra questi però non rientrerebbe il riscaldamento residenziale. “La ricerca indipendente esistente finora suggerisce che, rispetto ad altre alternative come pompe di calore, solare termico e teleriscaldamento, l’uso dell’idrogeno per il riscaldamento domestico è meno economico, meno efficiente, più dispendioso in termini di risorse e associato a maggiori impatti ambientali”.
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