di Roberto Antonini
La Strategia Idrogeno Italiana arriverà a fine novembre. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto all’evento organizzato da Confindustria, in collaborazione con il MASE, ‘Le imprese italiane e la sfida del South H2 Corridor’. “L’idrogeno può dare un contributo rilevante alla decarbonizzazione del sistema, nel settore industriale e nei trasporti”, ha ricordato Pichetto. “La nostra Strategia Nazionale dell’idrogeno sarà presentata a fine novembre, subito dopo la Cop29”.
Per quanto riguarda le prospettive il titolare del MASE si è detto fiducioso circa il fatto che l’Italia possa avere un ruolo importante nel settore idrogeno, in quanto “possiamo essere realtà di importazione, transito ed esportazione”. Pichetto parte da un ragionamento nazionale ma, sottolinea, “oggi l’Italia con il SouthH2Corridor può cogliere l’opportunità di importare l’idrogeno a prezzi più competitivi rispetto alla produzione europea, per soddisfare la domanda interna e supportare i paesi europei, quali l’Austria e la Germania”.
L’Italia, ha ricordato il ministro, “in questa prima fase sperimentale in cui è importante stimolare gli investimenti, ha stanziato molte risorse derivanti dal PNRR e fondi nazionali sull’idrogeno”. Ora, quindi, “guardiamo con fiducia agli obiettivi Ue, che sono di 20 milioni di tonnellate al 2030, di cui 10 da importazione”. Il South Corridor rappresenta “la capacità di produrre, far transitare e smistare idrogeno”, segnala Pichetto, “su questo, possiamo avere ruolo importante, essendo collocati in una posizione geografica centrale”.
In tutto ciò, nella costruzione del ruolo italiano nel settore idrogeno “non ci sono automatismi, ma serve tempo”, ha concluso il ministro, sottolineando come sia “necessario accompagnare questo percorso di politica industriale per il cambiamento strutturale delle imprese”. Saranno infatti necessari ingenti investimenti, tenendo presente che i prezzi del vettore sono attualmente assai elevati, anche per la scarsa produzione legata al numero di elettrolizzatori disponibili e in attività rispetto ai volumi necessari e attesi. Un problema che persisterà per qualche anno prima che si arrivi a livelli competitivi. Indispensabile, in tutta evidenza, la realizzazione di una filiera industriale, da far crescere di pari passo con l’efficientamento delle prestazioni degli elettrolizzatori.
Sulla base del Repower EU l’obiettivo sarebbe quello di produrre 10 milioni di tonnellate e importare 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’ Unione europea al 2030. L’intento dichiarato è quello di far diventare l’Italia uno dei principali hub europei del vettore. L’auspicio è di ottenere il risultato attraverso lo sviluppo del corridoio Sud per l’idrogeno, nell’intenzione del Governo di ottenere il risultato in attuazione del Piano Mattei, con il coinvolgimento dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo.