Tutti i 33 progetti inclusi nell’IPCEI mirano a sviluppare infrastrutture che vadano oltre ciò che offre attualmente il mercato
(Rinnovabili.it) – “Oggi la Commissione ha approvato l’IPCEI Hy2Infra, il terzo importante progetto di comune interesse europeo nella catena del valore dell’idrogeno”. Con queste parole Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione UE e responsabile della politica di concorrenza ha annunciato l’ok ai 6,9 miliardi di euro in aiuti di Stato che confluiranno nell’iniziativa. Dopo “Hy2Tech” e “Hy2Use”, approvati nel 2022, Hy2Infra prosegue l’impegno dei paesi Ue nella realizzazione di mercato interno del vettore. Il progetto che vende coinvolti 7 Stati membri tra cui l’Italia, ha un preciso obiettivo: sostenere lo sviluppo delle infrastrutture dell’idrogeno. Non solo quelle di trasporto ma anche quelle di accumulo e portuali.
Come? Con 6,9 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che dovrebbero sbloccare altri 5,4 miliardi di euro di investimenti privati dalle aziende coinvolte. “Hy2Infra implementerà gli elementi costitutivi iniziali di una rete di idrogeno rinnovabile integrata e aperta”, sottolinea Vestager. “Questo IPCEI creerà i primi cluster di infrastrutture regionali in diversi Stati membri e preparerà il terreno per future interconnessioni in tutta Europa, in linea con l’European Hydrogen Strategy”.
Terzo IPCEI sull’idrogeno
Lo schema di Hy2Infra ricalca quello degli altri IPCEI sull’idrogeno. I Progetti riuniscono conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici in tutto il Blocco, per superare sfide e fallimenti sistemici o del mercato, che non potrebbero essere affrontate altrimenti. Poiche coinvolgono investimenti pubblici devono essere approvati dalla commissione europea ai sensi della legge sugli aiuti di Stato dimostrando di perseguire “un interesse europeo preminente”.
Il nuovo progetto di comune interesse sull’H2 coinvolge 7 Stati Membri – Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Slovacchia – e 32 aziende, di cui 5 PMI, per un totale di 33 iniziative di R&S&I. L’implementazione si muoverà su quattro binari:
- la realizzazione di 3,2 GW di nuova capacità d’elettrolisi su larga scala, operativi tra il 2026 e il 2028;
- la costruzione della dorsale dell’idrogeno, una rete di condotte di trasmissione e distribuzione dell’idrogeno (sia nuove che riconvertite) lunga circa 2.700 km, operativa tra il 2027 e il 2029 a seconda dell’area geografica;
- lo sviluppo di impianti di stoccaggio dell’idrogeno su larga scala con una capacità di almeno 370 GWh;
- la costruzione di terminali di movimentazione e relative infrastrutture portuali per le navi trasportatrici dei vettori liquidi di idrogeno (LOHC) per movimentare 6.000 tonnellate di H2 ogni anno.
Il tutto portando avanti una fitta collaborazione per garantire l’interoperabilità dei sistemi e standard comuni.
Hy2Infra, il ruolo dell’Italia
Il governo italiano aveva presentato l’IPCEI (e quello successivo, l’Hy2Move dedicato ai mezzi di trasporto) nel documento di aggiornamento del PNIEC. Il testo riporta: “le iniziative sono finalizzate alla realizzazione di sistemi di produzione di idrogeno rinnovabile in ambiti geografici specifici, nonché alla realizzazione e/o potenzialmente di infrastrutture di trasporto dell’idrogeno per costruire dei cluster di idrogeno interconnessi a livello europeo (dorsale idrogeno). I progetti delle imprese interessate (SNAM, Energie Salentine, SAIPEM) sono stati pre-notificati alla Commissione Europea, nell’ambito del procedimento di autorizzazione degli aiuti di Stato previsti per gli IPCEI. La misura prevede 1,4 mld€ di fondi pubblici e 3,6 mld€ di finanziamenti privati, con una previsione di entrata in esercizio al 2030″.
Nel dettaglio l’Italia realizzerà grazie a Snam 100 km di condotte dedicate all’H2 e 632 GW di nuova capacità d’elettrolisi.
I partecipanti collaboreranno inoltre sull’interoperabilità e sugli standard comuni per prevenire le barriere e facilitare la futura integrazione del mercato. L’IPCEI sosterrà la graduale emergenza di un’infrastruttura dell’idrogeno a livello europeo a partire da diversi cluster regionali.