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IPCEI Hy2Tech, quali progetti possono richiedere i finanziamenti?

Dal 28 novembre 2022 e fino al 30 gennaio 2023 le imprese italiane partecipanti al primo IPCEI sull’idrogeno potranno fare domanda per i finanziamenti pubblici messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico

IPCEI Hy2Tech
Foto di Martin Str da Pixabay

700 milioni di euro per sostenere la creazione di una filiera basata sullo sviluppo dell’idrogeno

(Rinnovabili.it) – Dalle Gigafactory di elettrolizzatori all’impiego dell’idrogeno in mare. I progetti italiani partecipanti alla prima iniziativa di comune interesse sull’idrogeno – l’IPCEI Hy2Tech – serrano i ranghi e si preparano a ricevere gli aiuti statali. A partire dal 28 novembre 2022, le imprese selezionate potranno, infatti, presentare domanda per richiedere le agevolazioni riservate. Lo fa sapere il Ministero dello Sviluppo economico notificando di aver messo a disposizione per l’operazione 700 milioni di euro.

Le risorse provengono dal Fondo IPCEI e fanno parte degli oltre 5 miliardi di aiuti su cui la Commissione Europea ha dato il suo benestare. Come tutti gli importanti Progetti di Comune Interesse Europeo, anche IPCEI Hy2Tech ha, infatti, richiesto prima l’assenso dell’Esecutivo UE. Il via libera è arrivato a luglio di quest’anno con la pubblicazione da parte di Bruxelles delle 35 imprese partecipanti. Dentro, oltre all’Italia, anche Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna. 

L’obiettivo dell’Iniziativa? Sviluppo di soluzioni e applicazioni dedicate al vettore, inclusi nuovi materiali per elettrodi altamente efficienti, con cui coprire un’ampia parte della catena del valore dell’H2. Dalle tecnologie di generazione a quelle di utilizzo. Un lavoro importante per la transizione ecologica del Blocco, che sarà seguito dall’IPCEI Hy2Use, il secondo importante progetto di comune interesse europeo dedicato all’idrogeno europeo e a cui andranno 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici. 

“Con questi investimenti – spiega il ministro allo Sviluppo, Giancarlo Giorgetti – si compie un ulteriore passo in avanti nel percorso della diversificazione energetica che punta a favorire il raggiungimento dell’autonomia strategica dell’Europa anche attraverso la creazione di una filiera basata sullo sviluppo dell’idrogeno, nella quale l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista con le tecnologie all’avanguardia delle sue aziende”.

IPCEI Hy2Tech, cosa farà l’Italia?

Sono sei le aziende italiane che partecipano al primo H2Tech: Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora. A cui si aggiungono anche 2 enti di ricerca, vale a dire l’Enea e la Fondazione Bruno Kessler (FBK). 

Nel dettaglio, Ansaldo tramite la suo braccio verde Ansaldo Green Tech, realizzerà a Genova una delle due Gigafactory previste per la produzione di elettrolizzatori. L’impianto entrerà in funzione nel 2016 con una capacità produttiva di 300 MW. La seconda mega fabbrica di elettrolizzatori sarà realizzata da De Nora in partnership con Snam.

Si occuperà invece di applicazioni dell’idrogeno in ambito marittimo, Fincantieri con due nuove soluzioni legate alla generazione di potenza da integrare in navi da crociera. Tra i beneficiari dei finanziamenti pubblici c’è anche l’Hydrogen Industrial Lab di Enel Green Power. Concepito nell’ambito dell’iniziativa aziendale Nexthy, il laboratorio fornirà innovazione su scala industriale e sorgerà in Sicilia tra i comuni di Sortino e Carlentini (SR).

Il progetto ENEA mira invece a colmare il gap tra lo sviluppo e la validazione di tecnologie innovative a scala di laboratorio e il livello di impianto pilota, supportando l’industria nella fase di prima industrializzazione. Nel dettaglio, nel Centro Ricerche della Casaccia saranno realizzate 4 linee pilota: sviluppo di componenti e sistemi per produzione, trasporto e distribuzione dell’idrogeno; celle a combustibile; power train a fuel cell; integrazione in diverse applicazioni della mobilità.