Il rapporto annuale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia calcola che per realizzare l’intera pipeline di progetti di idrogeno low-carbon annunciati, il vettore energetico dovrebbe avere una curva di crescita superiore a quella del fotovoltaico
Nel 2023 crescono in modo sostanziale gli investimenti nell’idrogeno nel mondo. Ma la traiettoria di sviluppo del vettore energetico, additato come pilastro della transizione, è circondata più da punti interrogativi che da certezze. A influire sul ritmo di crescita dell’H2 è soprattutto la discrepanza tra politiche statali da un lato e volume della domanda dall’altro. È la fotografia che scatta oggi l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nel rapporto Global Hydrogen Review 2024.
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Investimenti idrogeno, raddoppiati i progetti con FID
Il dato più incoraggiante è la crescita dei progetti per i quali è stata raggiunta la decisione finale di investimento (FID). Rispetto all’anno prima, negli ultimi 12 mesi è raddoppiato. E la taglia dei progetti sta aumentando. Solo i progetti di nuova approvazione faranno moltiplicare per 5 la capacità globale di produzione di idrogeno entro il 2030.
Elettrolisi, quanto sta crescendo l’idrogeno low-carbon?
Allo stato attuale, contando tutti i progetti di investimento in idrogeno per cui c’è una FID, la capacità mondiale di produzione tramite elettrolisi arriva a 20 gigawatt (GW). Tuttavia, ad oggi l’idrogeno pulito svolge ancora un ruolo più che marginale. Nel 2023 la sua produzione è arrivata a poco meno di 1 milione di tonnellate (Mt), a fronte di una domanda globale in crescita del 2,5% a 97 Mt.
In prospettiva, il numero di progetti in idrogeno a basse emissioni con FID è raddoppiato nel 2023 rispetto al 2022 e la produzione al 2030 raggiungerebbe i 3,4 Mt, divisa quasi equamente tra elettrolisi (1,9 Mt) e idrogeno blu ovvero prodotto a partire da combustibili fossili ma con recupero di CO2 (1,5 Mt). Contando tutti i progetti annunciati (inclusi quelli senza FID), la capacità di produzione globale al 2030 arriverebbe a 49 Mt, una cifra del 30% più alta rispetto all’anno scorso.
L’idrogeno al netto dell’hype
Si tratta, però, di una prospettiva quasi impossibile da realizzare. Il rapporto IEA lo mette bene in chiaro. Per realizzare l’intera pipeline di progetti, il settore dovrebbe correre con un tasso di crescita annuale composto “senza precedenti”, oltre il 90% tra 2024 e 2030. In pratica, l’idrogeno dovrebbe crescere più veloce di quanto sia mai cresciuto il fotovoltaico.
Cosa frena la crescita dell’idrogeno globale?
Le criticità lungo il percorso di sviluppo degli investimenti nell’idrogeno sono molte. L’IEA fotografa una situazione odierna dove gli investimenti si concretizzano in un clima denso di incertezze. “Diversi progetti hanno dovuto affrontare ritardi e cancellazioni, che stanno mettendo a rischio una parte significativa della pipeline di progetti”, scrive l’IEA, citando tra le ragioni segnali di domanda poco chiari, ostacoli finanziari, ritardi negli incentivi, incertezze normative, problemi di licenze e permessi e sfide operative.
“La crescita di nuovi progetti suggerisce un forte interesse degli investitori nello sviluppo di una produzione di idrogeno a basse emissioni, che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni da settori industriali come acciaio, raffinazione e prodotti chimici”, ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol. “Ma affinché questi progetti abbiano successo, i produttori di idrogeno a basse emissioni hanno bisogno di acquirenti. I decisori politici e gli sviluppatori devono esaminare attentamente gli strumenti per supportare la creazione della domanda, riducendo al contempo i costi e assicurando che siano in atto normative chiare che supportino ulteriori investimenti nel settore”.
Previsioni di costo dell’idrogeno
Se si realizzano le condizioni delineate nello scenario Net Zero dell’IEA, il costo di produzione di idrogeno a basse emissioni da elettricità rinnovabile dovrebbe scendere a 2-9 $/kg entro il 2030, cioè la metà del valore di oggi. La differenza di costo con l’idrogeno grigio (prodotto da combustibili fossili senza recupero di CO2) si ridurrebbe dai 1,5-8 $/kg di oggi a 1-3 $/kg sempre entro il 2030. Con le politiche attuali, però, il calo dei costi sarebbe solo il 30% di quello dello scenario Net Zero.
Il rapporto confronta queste previsioni con lo stato della pipeline globale di progetti sull’idrogeno e conclude che una riduzione dei costi come quella prevista nello scenario Net Zero si avrebbe solo con lo sviluppo completo dell’intera pipeline di progetti basati su elettrolisi, pari a circa 520 GW.
A livello globale, entro il 2030, si potrebbero produrre più di 5 Mt a un costo competitivo con la produzione da combustibili fossili senza recupero di CO2, e fino a 12 Mt con un costo superiore di 1,5 $/kg.