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Indonesia: esportazioni di carbone bloccate e nuovi progetti sull’idrogeno

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via Pixabay

 Giappone ed Indonesia collaborano su idrogeno verde e CCS

(Rinnovabili.it) – L’Indonesia ha bisogno di elettricità. Dal 1° gennaio 2020 il Paese ha dovuto chiudere le sue “frontiere energetiche” dirottando tutto il carbone termico prodotto ai propri impianti. A dicembre, infatti, l’azienda elettrica statale indonesiana ha segnalato livelli di stoccaggio pericolosamente bassi, mettendo la più grande economia del sud-est asiatico sull’orlo di ripetuti e diffusi blackout.

Non si tratta di un problema isolato. La ripresa dei consumi e gli sbalzi del mercato dell’energia hanno fatto sentire i proprio effetti su quasi ogni paese. Ma se la crisi colpisce proprio il più grande esportatore mondiale di carbone termico, il mercato globale è costretto a trattenere il fiato.

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Il ministero dell’energia indonesiano aveva promesso di rivedere il divieto di export dopo il 5 gennaio ma ad oggi non si sono avute ancora notizie in merito. Nel frattempo i prezzi globali del carburante sono aumentati, facendo crescere l’attenzione sulle discussioni in corso tra autorità governative e l’industria carboniera locale.

A preoccuparsi sono soprattutto Giappone e Corea del Sud, tra le principali destinazioni per il carbone indonesiano. I due paesi, insieme a Cina e India, hanno rappresentato il 73% delle sue esportazioni nel 2021. Ma per il Giappone potrebbe esserci già un accordo nell’aria. 

Giacarta e Tokyo godono, infatti, di forti legami politici e di una lunga storia condivisa, che potrebbe facilitare la rimozione del divieto almeno per il paese del Sol levante. Una rapporto rafforzato, tra l’altro, dall’ultimo accordo energetico firmato tra i due governi. Oggi il ministro dell’Industria giapponese Koichi Hagiuda e il ministro dell’Energia indonesiano Arifin Tasrif hanno siglato un memorandum di cooperazione in una riunione bilaterale tenutasi a Giacarta. L’obiettivo collaborare allo sviluppo e all’implementazione di tecnologie che contribuiscono a “transizioni energetiche realistiche”. L’intesa si focalizzerà su idrogeno, ammoniaca come combustibile e sulla cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2 (CCUS).

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