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Incentivi all’idrogeno a basse emissioni, raggiunti i 280 mld

A fare la parte da leone, gli Usa con una spesa di ben 137 miliardi stimolata dai generosi sussidi dell'Inflation Reduction Act

Idrogeno a basse emissioni
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L’idrogeno a basse emissioni di CO2 si fa strada

(rinnovabili.it) – Il 17 agosto 2023 il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato l’assegnazione di quasi 34 milioni di dollari a 19 progetti di ricerca dedicati all’idrogeno pulito. E si tratta solo della punta dell’iceberg. Negli ultimi due anni, infatti, nel Paese sono stati forniti incentivi per ben 137 miliardi di dollari ad oltre 70 iniziative per migliorare e incrementare la produzione e l’impiego del vettore. Non sorprende quindi scoprire che gli USA siano oggi la prima potenza mondiale a scommettere sull’H2. L’informazione arriva da BloombergNEF secondo cui i sussidi annunciati per l’idrogeno a basse emissioni di carbonio a livello globale sarebbero quadruplicati negli ultimi due anni fino a superare i 280 miliardi di dollari.

In questo contesto, grazie soprattutto all’Inflation Reduction Act (IRA), gli Stati Uniti hanno distanziato parecchio la concorrenza. Il vantaggio deriva dal credito d’imposta sulla produzione incluso nella sezione 45V dell’atto che assegna fino a 3 dollari per kg di idrogeno prodotto; a patto che progetti abbiano un’intensità di emissioni di gas serra nel ciclo di vita inferiore a 0,45 chilogrammi per chilogrammo di H2. Come spiega Adithya Bhashyam sul sito di BNEF, gli incentivi stelle e strisce rendono l’idrogeno a basse emissioni competitivo con quello ricavato dal gas naturale, consentendo di realizzare economie di scala e spingendo la tecnologia verso il basso la curva dei costi.

Idrogeno low carbon, l’UE arranca

Ovviamente altri mercati – UE compresa- stanno cercando di rispondere all’IRA, ma al momento non sono in grado di eguagliarne la potenza finanziaria. Ad esempio i sussidi europei risultano inferiori di circa il 27% e distribuiti su numerosi programmi di incentivi nazionali, rendendoli di fatto meno accessibili rispetto a quelli statunitensi.

“Nuovi meccanismi di finanziamento come i contratti per differenza e i sussidi a premio fisso che forniscono sostegno alle entrate dei progetti sull’idrogeno durante il funzionamento – stanno iniziando ad emergere in Europa, ma non hanno ancora la forza necessaria per fare una differenza significativa“, scrive Bhashyam. “I sussidi nell’Asia Pacifico sono significativamente più piccoli che altrove, rappresentano solo il 4% del totale globale e si concentrano in gran parte su ricerca e sviluppo”.

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