L’impianto utilizza la tecnologia d’elettrolisi alcalina di Nel ASA
Dalla Danimarca Saipem presenta la sua nuova soluzione industrializzata per la produzione di idrogeno verde: un impianto compatto, modulare e scalabile pensato per supportare il percorso di decarbonizzazione nei settori “Hard-to-Abate“. Parliamo di IVHY™️ 100, impianto elettrolizzatore da 100 MW “chiavi in mano”.
Il prototipo è stato annunciato dall’azienda assieme a Nel ASA – proprietaria della tecnologia d’elettrolisi – in occasione della World Hydrogen Week 2024, in corso fino al 4 ottobre a Copenaghen. Spiega Guido d’Aloisio, Chief Commercial Office di Saipem
“IVHY™️ 100 rappresenta un significativo passo avanti verso la promozione di soluzioni innovative e sostenibili nel campo dell’idrogeno rinnovabile. Puntiamo infatti a soddisfare la crescente domanda di riduzione delle emissioni di carbonio nei settori più critici attraverso l’utilizzo di idrogeno verde. Inoltre, ci concentriamo sulla creazione di derivati dell’idrogeno come l’ammoniaca, il metanolo e i carburanti sostenibili”.
IVHY™️ 100 , l’elettrolizzatore alcalino da 100 MW chiavi in mano
L’impianto è stato progettato in moduli funzionali da 20 MW per offrire un’elevata flessibilità sia sotto il profilo progettuale che di utilizzo e manutenzione. La potenza complessiva richiesta dal prototipo è di 100 MW, ma l’assetto modulare permette di ampliare ulteriormente l’installazione finale. La soluzione è stata specificatamente disegnata ed industrializzata per essere scalabile e per facilitare l’installazione e la messa in servizio di sistemi su larga scala.
Nel cuore del dispositivo si trova la tecnologia d’elettrolisi alcalina messa a punto da Nel, azienda dall’antico know-how nel campo dell’idrogeno. Fondata addirittura nel 1927, oggi Nel ASA produce alcuni degli elettrolizzatori più efficienti al mondo. La sua serie A con tecnologia alcalina vanta un consumo energetico dello stack di celle, pari a soli 4,5 kWh/Nm³. Un vero e proprio record per l’efficienza energetica nella produzione di idrogeno verde.
Elettrolisi alcalina, come funziona?
Quella alcalina è la tecnologia d’elettrolisi più diffusa e matura. La cella è composta da due elettrodi separati da un diaframma e immersi in una soluzione acquosa alcalina (KOH, NaOH o NaCl). La temperatura di esercizio è in genere compresa tra 60 e 80 °C e l’elettrolisi può funzionare sia in condizioni atmosferiche che pressurizzate.
Tre le configurazioni principali a livello industriale:
- sistema a elettrodi quadrati, funzionamento a pressione atmosferica, nessuna pompa di circolazione;
- elettrodi circolari, funzionamento a pressione atmosferica, con pompe di circolazione;
- elettrodi circolari, funzionamento pressurizzato, con pompe di circolazione
Gli impianti di taglia industriale hanno un’efficienza di oltre il 65% e producono idrogeno con una purezza di circa 99,5%.
I principali vantaggi degli elettrolizzatori alcalini odierni, rispetto alle tecnologie PEM e SOEC, sono il grado di maturità tecnologica, i bassi costi di capitale, e la lunga durata. Gli svantaggi? La bassa densità di corrente e gli elevati costi di manutenzione.
Il progetto Saipem-Nel
Il progetto rientra nell’ambito di una collaborazione tra le due realtà dove Nel, in qualità di fornitore di tecnologia, offrirà le proprie tecnologie per elettrolizzatori alcalini e PEM (Proton Exchange Membrane) insieme a servizi tecnici accessori. Dal suo canto Saipem, in qualità di fornitore di servizi di ingegneria ed EPC contractor, sarà responsabile del design di base, dell’ingegneria esecutiva, del procurement e della costruzione dell’intero impianto di idrogeno verde.
“Siamo orgogliosi – ha affermato Håkon Volldal, Presidente e CEO di Nel – che Saipem, azienda leader a livello mondiale nel settore dell’ingegneria, degli appalti e delle costruzioni e che contribuisce attivamente alla transizione energetica, abbia scelto Nel e la nostra tecnologia. Con questa soluzione, stiamo semplificando la produzione su larga scala di idrogeno rinnovabile”.
leggi anche Gli investimenti nell’idrogeno raddoppiano, ma l’elettrolisi è ancora marginale