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Idrogeno verde: l’asso nella manica per la ripresa post-covid-19

Idrogeno verde
Credits: Joseph Brent da flickr.com – (CC BY-SA 2.0)

Secondo esperti, politici ed imprenditori, è giunta l’ora di puntare tutto sull’idrogeno verde

(Rinnovabili.it) – Fatih Birol, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), ha dichiarato che l’idrogeno verde è “pronto per il suo grande momento”, invitando i governi a incanalare i loro investimenti per la ripresa in quella che è considerata l’alternativa pulita e più efficace ai combustibili fossili.

L’idea dell’idrogeno come combustibile sostenibile per i veicoli e gli impianti energetici è stata argomento di discussione sin dagli anni ’70. Tuttavia, il maggior problema è stato, già da allora, il costo della sua produzione, che non ne permette un uso su scala commerciale. Nonostante questo, da sempre i sostenitori dell’idrogeno verde hanno affermato che gli investimenti nelle infrastrutture, così come una maggiore domanda da parte dei trasporti, delle reti del gas e dell’industria, ne avrebbero potuto ridurre i costi.

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Alcuni paesi, tra cui Paesi Bassi, Australia e Portogallo, hanno già iniziato a investire in questa tecnologia. Ora, durante la crisi pandemica, investitori e imprese stanno spingendo affinché anche l’Unione Europea definisca un piano di recupero post-crisi per sostenere l’idrogeno verde in settori come il trasporto e l’industria pesante.

Se oggi la maggior parte dell’idrogeno viene estratto dal gas naturale, attraverso un processo che produce emissioni di carbonio, esiste la possibilità di produrre una versione “verde” del combustibile attraverso l’elettrolisi. Questa tecnica, se diffusa su scala commerciale, rappresenta per gli esperti il ‘sacro graal’ dell’energia rinnovabile. “L’idrogeno verde potrebbe risolvere molti problemi. L’interesse politico per questa fonte è dovuto alla possibilità di raggiungere allo stesso tempo una grande efficienza energetica e la decarbonizzazione, ha sottolineato Jesse Scott, consulente del think tank Agora Energiewende.

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Nell’ultimo anno, diversi governi, tra cui quello tedesco, inglese, australiano e giapponese, hanno annunciato strategie per la produzione di idrogeno. L’Australia ha già stanziato 191 milioni di dollari e il Portogallo prevede di costruire un impianto di produzione di idrogeno mediante elettrolisi a energia solare entro il 2023. I Paesi Bassi hanno presentato una strategia sull’idrogeno alla fine di marzo, delineando piani per 500 megawatt (MW) di capacità entro il 2025.

Ma anche il mondo delle istituzioni europee pare si stia muovendo in questa direzione. Thierry Breton, commissario per il mercato interno e i servizi, questa settimana ha incontrato on line alcune aziende di produzione di idrogeno per discutere i piani di ripresa dell’euroblocco. “Potremmo usare la circostanza del coronavirus, in cui saranno necessari un sacco di soldi pubblici per il sistema energetico, per andare avanti verso un’economia dell’idrogeno, ha affermato Diederik Samsom, capo di gabinetto sul clima della Commissione Europea.

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Infatti, sebbene un grave svantaggio dell’idrogeno verde sia la richiesta di una grande quantità di elettricità rinnovabile per la sua produzione, la buona notizia è che i prezzi delle energie pulite sono fortemente diminuiti negli ultimi anni. Quindi, il calo dei costi delle energie rinnovabili, insieme ad un aumento della domanda, potrebbe ridurre il prezzo dell’idrogeno da 6 dollari al kg a 1,7 dollari al kg entro il 2050. Inoltre, un aumento dei prezzi del mercato del carbonio potrebbe essere un importante incoraggiamento.

C’è da aggiungere, però, che qualsiasi tentativo di uso su larga scala – nell’industria o nei trasporti – richiederebbe anche importanti investimenti in infrastrutture. Ad esempio, l’energia di un parco eolico offshore dovrebbe essere collegata a un elettrolizzatore che produce l’idrogeno verde, che dovrebbe poi essere trasportato agli utenti finali. L’Europa ha circa 135 MW di capacità di elettrolizzatore ma, secondo la società di consulenza McKensey, i progetti di idrogeno verde attualmente in cantiere potrebbero portarla a 5,2 gigawatt.

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La Royal Dutch Shell e la società di gas olandese Gasunie hanno svelato dei piani per la costruzione di un gigantesco impianto di idrogeno eolico nei Paesi Bassi settentrionali, in grado di produrre 800.000 tonnellate di idrogeno verde entro il 2040. In Germania, la raffineria di petrolio Heide sta avviando un progetto che utilizza energia eolica e usa l’abbondante approvvigionamento idrico del paese per produrre idrogeno, utilizzandolo a sua volta per la produzione di cherosene.

Ma un grande timore per le aziende del settore dell’idrogeno verde è che non saranno in grado di sfruttare l’opportunità unica offerta dai vasti pacchetti di stimolo economico, temendo che i governi favoriranno i settori tradizionali dei combustibili ad alta emissione di carbonio, duramente colpiti da un crollo domanda di energia.

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