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Idrogeno verde e ammoniaca rinnovabile, Total punta sul Marocco con 10GW

Secondo anticipazioni del portale marocchino LeDesk, il ramo della major francese che si occupa di fer, Total Eren, ha ormai chiuso la partita per un impianto che produrrà H2 e ammoniaca rinnovabile nel sud del paese grazie all’eolico

Idrogeno verde
credits ju Irun da Pixabay

Rabat può diventare un hotspot globale dell’idrogeno verde

(Rinnovabili.it) – Un investimento da quasi 10 miliardi di euro catapultare il Marocco nella corsa globale all’idrogeno verde. A puntare gli occhi sul paese magrebino è Total Eren, il ramo della major francese che si occupa di rinnovabili. Secondo le anticipazioni del sito marocchino LeDesk, la compagnia è pronta a trasformare la regione di Guelmim-Oued Noun, nel sud del paese, in un hub dell’idrogeno rinnovabile e dell’ammoniaca verde.

L’investimento ammonta a 9,5 miliardi di euro e si concretizzerà in un impianto ibrido da 10GW, che produrrà idrogeno verde e ammoniaca verde. L’elettricità sarà fornita principalmente da parchi eolici per cui Total Eren si era aggiudicata i permessi lo scorso giugno.

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Pochi i dettagli del progetto, che non ha ancora il timbro dell’ufficialità da parte dell’azienda. L’impianto e le turbine eoliche annesse dovrebbero coprire un’area di circa 170mila ettari e il volume di idrogeno prodotto – non precisato – sarebbe sufficiente per garantire l’export. Con l’Europa, data la vicinanza geografica, il mercato più promettente.

Ma l’idrogeno verde prodotto dovrebbe servire innanzitutto per la decarbonizzazione delle industrie nazionali più inquinanti, a partire dalla Office chérifien des phosphates (OCP), uno dei maggiori produttori di fertilizzanti al mondo. Le tempistiche sembrano abbastanza ravvicinate: i lavori dovrebbero partire nel 2025 e l’impianto dovrebbe entrare in funzione nel 2027.

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Un recente rapporto dell’Irena sottolineava il potenziale del Marocco nell’economia dell’idrogeno rinnovabile, al pari di altri paesi con una disponibilità molto alta di rinnovabili ma ancora occupati a muovere i primi passi nella decarbonizzazione. “Mentre paesi come il Cile, il Marocco e la Namibia sono importatori netti di energia oggi, sono destinati ad emergere come esportatori di idrogeno verde”, sottolineava l’Irena.

Se il Cile ha approvato da poco progetti per produrre 45mila t di H2 verde l’anno (con Enel protagonista) e sta lavorando a un collegamento elettrico di 15.000 km per esportare elettricità in Asia, la Namibia per ora non ha ancora le infrastrutture necessarie per pensare di imporsi come esportatore globale ma sta comunque muovendo i primi passi sulla produzione di idrogeno verde. Un rapporto dell’ECFR a inizio 2021 sottolineava come proprio in Marocco l’UE potrebbe trovare una sponda per rafforzare il suo Green Deal, investendo nell’H2 rinnovabile e nella creazione di connessioni elettriche tra Africa ed Europa.