Entro il 2050, il 23% della domanda energetica italiana potrebbe dipendere dall’idrogeno verde
(Rinnovabili.it) – Secondo un’analisi della società di consulenza The European House-Ambrosetti, in collaborazione con il gruppo energetico Snam, l’Italia potrebbe diventare un hub di energia pulita per l’eurozona importando l’idrogeno verde prodotto in Nord Africa ad un prezzo inferiore del 10-15% rispetto a quanto costerebbe produrlo localmente. Presentato nel corso del Forum Ambrosetti di Cernobbio, lo studio ha affermato che l’Italia è ben posizionata per beneficiare dei futuri sviluppi della tecnologia per l’idrogeno verde grazie alla sua posizione geografica e alla vasta infrastruttura del gas.
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Secondo l’analisi, dal titolo H2 Italy 2050, l’idrogeno potrebbe rappresentare il 23% della domanda energetica italiana entro il 2050, riducendo da solo le emissioni nocive del 28% rispetto ai livelli attuali. L’industria potrebbe generare ricavi in 30 anni per un valore fino a 1,5 miliardi di miliardi di euro e creare fino a 540.000 nuovi posti di lavoro entro il 2050. “L’Italia può diventare il ponte infrastrutturale tra l’Europa e il continente africano, consentendo così una maggiore penetrazione dell’idrogeno in altri paesi europei“, si legge.
L’idrogeno verde, prodotto utilizzando l’energia solare ed eolica, è visto da molti come un possibile sostituto dei combustibili fossili. La Commissione Europea sta cercando di ampliare i progetti di idrogeno da energia rinnovabile e di implementarli in settori in cui le emissioni di carbonio potrebbero altrimenti rimanere elevate o in cui l’elettrificazione è difficile. I sostenitori affermano che gli investimenti nelle infrastrutture e una maggiore domanda da parte del settore dei trasporti, delle reti del gas e dell’industria potranno ridurre i costi.
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“Nel 2000, il prezzo dell’idrogeno da fonti rinnovabili era 40 volte superiore a quello del petrolio. Oggi stimiamo che diventerà competitivo con alcuni combustibili fossili entro cinque anni”, ha dichiarato durante il Forum l’amministratore delegato di Snam, Marco Alvera. Snam, il più grande gestore di gasdotti d’Europa, ha sperimentato una miscela del 10% di idrogeno nella sua rete di gas naturale di 33.000 km e ha affermato che il 70% dell’infrastruttura è già “hydrogen ready”.