L’Europa è spaccata a metà tra chi vuole una definizione ristretta di H2 rinnovabile e chi spinge per usare parole più vaghe e dare uguale rilevanza a quello blu e viola
L’UE è pronta a cancellare la priorità di investimenti all’idrogeno verde
(Rinnovabili.it) – Si scrive ‘sicuro e sostenibile’, si legge ‘prodotto da nucleare e fonti fossili’. E’ l’idrogeno che sarà promosso dall’Unione europea, secondo la bozza di accordo che è in discussione oggi nell’ultimo round preparatorio prima del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre. In altri termini, Bruxelles sarebbe pronta a cancellare quell’assoluta priorità data nella strategia presentata a luglio all’idrogeno verde, cioè quello prodotto esclusivamente con energia rinnovabile.
Lo scoop è del portale Euractiv, che è riuscito a mettere le mani sull’ultima versione dell’accordo e a scovare una ‘gola profonda’ tra i funzionari che hanno preparato l’incontro di oggi. Secondo cui la bozza “indebolisce significativamente la priorità data all’idrogeno rinnovabile”. Perché questo voltafaccia? Il motivo è la levata di scudi tra molti paesi UE, che vogliono difendere la possibilità di indirizzare gli investimenti anche sull’H2 da nucleare e sull’idrogeno blu, cioè quello prodotto dal gas con cattura e stoccaggio della CO2.
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Dal quadro dipinto da questa fonte UE emerge una spaccatura profonda dei paesi in due gruppi. Gli Stati pro-nucleare e gas sono Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Romania e Olanda. Quest’ultima ha pubblicamente detto che sostiene anche l’idrogeno grigio (anche questo da gas ma senza recupero di CO2), almeno in una fase iniziale, come punto di partenza per arrivare a quello blu. Mentre chi spinge per una definizione restrittiva di idrogeno rinnovabile è il gruppo formato da Austria, Danimarca, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.
Secondo la fonte “in tutto il testo vengono aggiunte le parole ‘idrogeno sicuro e sostenibile’”. Che però non chiariscono nulla perché “questa espressione non è definita”. Un testo del genere toglierebbe la priorità assegnata dalla strategia europea all’idrogeno verde. E lo metterebbe sullo stesso piano delle altre tipologie a basse emissioni di carbonio. Nelle quali farebbe definitivamente ingresso anche il nucleare, vista l’assenza di passaggi che lo escludano esplicitamente. L’energia dall’atomo non era menzionata nella strategia UE sull’idrogeno presentata a luglio.
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