Rinnovabili • Idrogeno verde: il Belgio scommette sul porto di Anversa

Il porto di Anversa sarà l’hub dell’idrogeno verde per il Belgio

Esito positivo per lo studio di fattibilità dell’Hydrogen Import Coalition. Il Belgio punterà sull’importazione di vettori energetici verdi come ammoniaca, metano e metanolo in sinergia con l’industria chimica nazionale

Idrogeno verde: il Belgio scommette sul porto di Anversa
credits: Laurent Verdier da Pixabay

Entro il 2030 pronta una catena del valore completa dell’idrogeno verde

(Rinnovabili.it) – Il Belgio punta tutto sull’idrogeno verde. Lo fa attraverso il porto di Anversa, uno dei più trafficati del continente, che ospita un importante cluster dell’industria chimica con impianti di aziende come BASF e ExxonMobil.

Il 27 gennaio il porto di Anversa ha annunciato l’esito positivo di uno studio di fattibilità per un progetto sull’idrogeno verde che lo vede in partnership con altre 6 entità, tra cui la francese Engie. L’obiettivo: creare una catena del valore completa per l’H2 rinnovabile entro la fine del decennio.

Leggi anche Produrre idrogeno verde con la decomposizione termica

“L’idrogeno giocherà un ruolo decisivo nella transizione energetica e nel rendere la nostra industria sostenibile”, sostiene il primo ministro belga Alexander de Croo ripreso dal quotidiano belga Le Soir. “Il prossimo passo è sviluppare una strategia a lungo termine per l’importazione di idrogeno”.

Lo studio è durato un anno e ha analizzato tutti gli aspetti finanziari, tecnici e di regolamenti che interessano la creazione di una value chain dell’idrogeno verde che faccia perno sul Belgio. I soggetti promotori riuniti nell’Hydrogen Import Coalition (oltre ai 2 già citati ci sono anche DEME, Exmar, Fluxys, il porto di Zeebrugge e WaterstofNet) spiegano nel rapporto finale i punti di forza dell’iniziativa. Il Belgio “ha porti marittimi e un’ampia infrastruttura di gasdotti, è collegato ai principali poli industriali e ha il potenziale per soddisfare le proprie esigenze energetiche e quelle dei paesi vicini”, si legge nel documento.

Lo studio di fattibilità riconosce che “i vettori energetici verdi più promettenti sono l’ammoniaca, il metanolo e il metano sintetico”. Tutti quanti possono essere gestiti con le infrastrutture già esistenti, un fattore che secondo il rapporto favorisce un rapido avvio delle attività. Usare queste molecole come vettori permette di “ridurre significativamente” i costi totali legati all’importazione di idrogeno verde.

Leggi anche L’UE accelera sulla carbon border tax: “essenziale” se la COP26 fallisce

Nella valutazione sulla convenienza economica, il rapporto sottolinea l’importanza sostanzialmente decisiva che potrebbe avere l’introduzione di una carbon border tax a livello europeo, in quanto creerebbe “condizioni di parità per tutti i prodotti che cercano di entrare nei mercati dell’UE e una spinta considerevole verso un’industria dell’UE ambiziosa sul clima”.