Articolo aggiornato il 30 settembre 2024
La strategia nazionale sull’idrogeno potrebbe vedere entro l’autunno 2024
Che fine ha fatto la Strategia Nazionale sull’Idrogeno dell’Italia? In un momento in cui il vettore è al centro di importanti piani di investimento e sviluppo – primo fra tutti il PNRR – viene da chiedersi quando il documento vedrà la luce. Soprattutto considerando che le linee guida per la sua elaborazione risalgono addirittura al novembre 2020. Sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica al momento c’è solo una pagina che reindirizza al Ministero delle Imprese (ex Sviluppo economico), a cui precedentemente erano state affidate le competenze sul tema.
Le notizie ufficiali sulla Strategia sono molto poche. Le prime indiscrezioni in materia erano arrivate questa estate dando per probabile una pubblicazione entro la fine di luglio 2024 o poco più tardi. Ora la finalizzazione sembrerebbe essere stata spostata a data da definire, anche se a sentire Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin sarebbe “questione di pochissimo tempo”. “Credo di chiuderemo tutto entro i prossimi due mesi”, ha dichiarato il numero uno del MASE dal palco dell’Energy Summit di Milano.
Ma cosa dovrebbe contenere la Strategia e come si raccorda ai nuovi obiettivi del Piano Nazionale Energia Clima (PNIEC) 2024? Andiamo con ordine.
Strategia Nazionale sull’Idrogeno, cos’è e che obiettivi ha?
La Strategia Nazionale sull’Idrogeno è un documento programmatico necessario ad allineare gli obiettivi italiani sull’H2 alla Strategia europea sull’Idrogeno. Il testo deve essere redatto in conformità al PNIEC e non meraviglia, pertanto, che la versione finale debba ancora essere messa a punto. Il Piano Energia e Clima definitivo – aggiornamento della versione del 2019 – è stato presentato, infatti, solo pochi giorni fa. Fa riflettere invece come sulla questione l’unico documento disponibile siano proprio le linee guida del 2020.
In quest’ultimo documento l’azione veniva divisa in due orizzonti temporali. Prevedendo per il breve termine (2030) l’obiettivo di rendere il vettore “progressivamente competitivo in applicazioni selezionate”, come chimica, mobilità e raffinazione petrolifera. Sul lungo termine (2050), invece il target fissato era quello di contribuire alla decarbonizzare dei settori industriali “hard-to-abate” e dei trasporti
Le linee guida immaginavano una domanda di H2 al 2030 di 0,7 Mton di H2 l’anno, da ottenere esclusivamente attraverso un nuovo parco di elettrolizzatori. Per una capacità stimata totale di 5 GW di elettrolisi entro lo stesso anno.
Idrogeno Verde, i nuovi obiettivi del PNIEC 2024
Tra tra ieri ed oggi molte cose sono cambiate, aiutate in parte dagli investimenti del PNRR e dalla promessa di nuovi incentivi dedicati all’H2. Eppure nella versione 2024 del Piano Energia e Clima gli obiettivi italiani appaiono sottotono. Il documento prevede che entro la fine del decennio circa 10 TWh di generazione elettrica rinnovabile saranno destinati alla produzione di idrogeno verde.
“Complessivamente, i consumi di idrogeno rinnovabile al 2030 ammonterebbero a circa 0,25 Mton/anno“, si legge nel PNIEC 2024. Di questi 0,115 Mton/anno saranno destinati all’industria e il resto ai trasporti. “Si stima che almeno il 70% della citata domanda sarà prodotta sul territorio nazionale, la restante quota sarà importata. Ipotizzando un load-factor degli elettrolizzatori del 40%, sarebbe quindi necessaria una capacità (elettrica) di circa 3 GW di elettrolizzatori“.
Idrogeno “low carbon” e idrogeno nucleare
Il documento sottolinea anche la necessità di promuovere, assieme alla versione verde anche l’idrogeno a basse emissioni di carbonio, in combinazione con l’utilizzo di tecnologie per la cattura della CO2 (CCS).
“La riduzione attesa dei costi della tecnologia dell’elettrolisi e il contestuale varo di misure di supporto consentirà infatti di disporre di idrogeno rinnovabile, anche in blending con gas naturale, per la decarbonizzazione dei settori industriali ad alta intensità energetica e dei trasporti commerciali a lungo raggio. Ulteriore produzione di idrogeno può derivare dall’eventuale ripresa di produzione di energia nucleare, specie in ottica di piccoli reattori e microreattori di IV generazione”.
Strategia Nazionale Idrogeno, la bozza
Nell’attesa di poter visionare il documento ufficiale, è iniziata a circolare in rete una prima bozza della SNI. Il documento riporta attualmente tre scenari. Il più ambizioso mira ad una produzione interna del vettore di 2,27 milioni di tonnellate entro il 20230. Obiettivo che richiederebbe 18 miliardi di euro in investimenti dedicati.
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