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Idrogeno, conto alla rovescia per la Strategia Nazionale

Idrogeno, conto alla rovescia per la Strategia Nazionale
Idrogeno, conto alla rovescia per la Strategia Nazionale
Via Pixabay

La strategia nazionale sull’idrogeno potrebbe vedere la luce alla fine di luglio 2024

Che fine ha fatto la Strategia Nazionale sull’Idrogeno dell’italia? In un momento in cui il vettore è al centro di importanti piani di investimento e sviluppo – primo fra tutti il PNRR – viene da chiedersi quando il documento vedrà la luce. Soprattutto considerando che le linee guida per la sua elaborazione risalgono addirittura al novembre 2020. Sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica al momento c’è solo una pagina che reindirizza al Ministero delle Imprese (ex Sviluppo economico), a cui precedentemente erano state affidate le competenze sul tema. Le notizie ufficiali sulla Strategia sono molto poche ma secondo un’indiscrezione riportata ieri dal Sole24ore, il documento potrebbe vedere la luce entro la fine di luglio 2024. O poco più tardi. 

Una deadline plausibile, visto come in questi anni i vari Governi ci abbiano abituato a importanti lanci in materia energetica in pieno periodo estivo. Ma cosa dovrebbe contenere la Strategia e come si raccorda ai nuovi obiettivi del Piano Nazionale Energia Clima (PNIEC) 2024. Andiamo con ordine.

Strategia Nazionale sull’Idrogeno, cos’è e che obiettivi ha?

La Strategia Nazionale sull’Idrogeno è un documento programmatico necessario ad allineare gli obiettivi italiani sull’H2 alla Strategia europea sull’Idrogeno. Il testo deve essere redatto in conformità al PNIEC e non meraviglia, pertanto, che la versione finale debba ancora essere messa a punto. Il Piano Energia e Clima definitivo – aggiornamento della versione del 2019 – è stato presentato, infatti, solo pochi giorni fa. Fa riflettere invece come sulla questione l’unico documento disponibile siano proprio le linee guida del 2020.

In quest’ultimo documento l’azione veniva divisa in due orizzonti temporali. Prevedendo per il breve termine (2030) l’obiettivo di rendere il vettore “progressivamente competitivo in applicazioni selezionate”, come chimica, mobilità e raffinazione petrolifera. Sul lungo termine (2050), invece il target fissato era quello di contribuire alla decarbonizzare dei settori industriali “hard-to-abate” e dei trasporti

Le linee guida immaginavano una domanda di H2 al 2030 di 0,7 Mton di H2 l’anno, da ottenere esclusivamente attraverso un nuovo parco di elettrolizzatori. Per una capacità stimata totale di 5 GW di elettrolisi entro lo stesso anno.

Idrogeno Verde, i nuovi obiettivi del PNIEC 2024

Tra tra ieri ed oggi molte cose sono cambiate, aiutate in parte dagli investimenti del PNRR e dalla promessa di nuovi incentivi dedicati all’H2. Eppure nella versione 2024 del Piano Energia e Clima gli obiettivi italiani appaiono sottotono. Il documento prevede che entro la fine del decennio circa 10 TWh di generazione elettrica rinnovabile saranno destinati alla produzione di idrogeno verde.

Complessivamente, i consumi di idrogeno rinnovabile al 2030 ammonterebbero a circa 0,25 Mton/anno, si legge nel PNIEC 2024. Di questi 0,115 Mton/anno saranno destinati all’industria e il resto ai trasporti. “Si stima che almeno il 70% della citata domanda sarà prodotta sul territorio nazionale, la restante quota sarà importata. Ipotizzando un load-factor degli elettrolizzatori del 40%, sarebbe quindi necessaria una capacità (elettrica) di circa 3 GW di elettrolizzatori“.

Idrogeno “low carbon” e idrogeno nucleare

Il documento sottolinea anche la necessità di promuovere, assieme alla versione verde anche l’idrogeno a basse emissioni di carbonio, in combinazione con l’utilizzo di tecnologie per la cattura della CO2 (CCS).

“La riduzione attesa dei costi della tecnologia dell’elettrolisi e il contestuale varo di misure di supporto consentirà infatti di disporre di idrogeno rinnovabile, anche in blending con gas naturale, per la decarbonizzazione dei settori industriali ad alta intensità energetica e dei trasporti commerciali a lungo raggio. Ulteriore produzione di idrogeno può derivare dall’eventuale ripresa di produzione di energia nucleare, specie in ottica di piccoli reattori e microreattori di IV generazione”.

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