Messo a punto nell’Università di Glasgow un nuovo processo che memorizza l'idrogeno in un liquido privo di carbonio, e in grado di funzionare anche con l’energia fluttuante delle rinnovabili
Il team di ricerca, guidato dal professor Lee Cronin, è riuscito ad ottenere alte prestazioni in condizioni di pressione atmosferica e con carichi di potenza inferiori, tipici delle energie rinnovabili. Come? Utilizzando quello che gli stessi scienziati chiamano una “spugna liquida”, ovvero un ossido di metallo che cambia colore man mano che si “carica di idrogeno”. In altre parole, invece di ottenere un gas residuo, come nel caso della produzione di questo vettore dal metano, il nuovo processo memorizza l’idrogeno in un liquido privo di carbonio. “Utilizzando una spugna liquida conosciuta come “mediatore redox” e in grado di assorbire gli elettroni, siamo stati in grado di creare un sistema in cui l’idrogeno può essere prodotto in una camera separata senza apporto di energia supplementare dopo l’elettrolisi dell’acqua”, spiega Cronin. “Il legame tra il tasso di ossidazione dell’acqua e la produzione del vettore è stato superato, permettendo processo 30 volte più veloce rispetto a quello basato sui PEM”.