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Attenti all’idrogeno, ci incatena ai combustibili fossili

Meglio impiegarlo solo là dove l’elettrificazione è complessa, come voli a lunga distanza e acciaierie. In attesa che la produzione aumenti e i costi calino. Il rischio è che nel frattempo ci si affidi a soluzioni hydrogen-ready per la mobilità e il riscaldamento domestico, che continuerebbero però a bruciare combustibili fossili

Idrogeno: sarà il salvagente delle fossili per almeno 10 anni
Foto di Tobias Dahlberg da Pixabay

Una ricerca del PIK di Potsdam mette in guardia dall’eccessivo ottimismo sull’idrogeno

(Rinnovabili.it) – L’idrogeno sarà il salvagente per i combustibili fossili in questo decennio. La poderosa accelerazione sul vettore energetico da parte delle maggiori economie mondiali non produrrà risultati apprezzabili da qui al 2030. O almeno, non abbastanza da accelerare la transizione energetica e voltare pagina con una riduzione netta del ruolo dell’oil&gas.

L’allarme lo lancia una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature Climate Change. Gli autori hanno calcolato che l’uso dell’idrogeno per la mobilità sostenibile (tramite gli e-fuel) e i sistemi di riscaldamento può prolungare artificialmente la dipendenza dalle fossili. Come? Facendo troppo affidamento sulla disponibilità di combustibili basati sull’H2, e quindi su veicoli e sistemi domestici “pronti per l’idrogeno”. Infatti, lo studio sostiene che la disponibilità di combustibili basati sull’idrogeno sarà molto limitata almeno per una decina d’anni. E nel frattempo, il rischio è di non avere alternative e continuare a fare affidamento su petrolio e gas.

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“I combustibili a base di idrogeno possono essere un ottimo vettore di energia pulita, ma anche i loro costi e i rischi associati sono grandi”, spiega Falko Ueckerdt, dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico (PIK), prima firma dello studio. “Se ci aggrappiamo alle tecnologie di combustione e speriamo di alimentarle con combustibili a base di idrogeno, e questi si rivelano troppo costosi e scarsi, finiremo per bruciare ulteriore petrolio e gas”, continua.

Cosa dovremmo fare, quindi? Per Ueckerdt dovremmo impiegare l’H2 “per le applicazioni per le quali è indispensabile: voli su lunga distanza, materie prime nella produzione chimica e produzione di acciaio”. Per tutto il resto, a partire appunto dalla mobilità privata e dai sistemi di riscaldamento domestico, l’elettrificazione dovrebbe restare la via maestra perché conviene sia in termini di impatto climatico (potendo fare ampio affidamento sulle rinnovabili, già da ora) sia in termini di risparmio economico, a fronte di un prezzo dell’idrogeno ancora elevato.

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