(Rinnovabili.it) – È affidabile, costa poco e garantisce maggiore sicurezza nello stoccaggio di idrogeno. Così l’ENEA definisce il nuovo sistema brevettato a seguito di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori: Daniele Mirabile Gattia, Amelia Montone e Ilaria Di Sarcina della Divisione ENEA “Tecnologie e Processi dei Materiali per la Sostenibilità”, in collaborazione con Daniele Valtolina di SOL Spa.
Si tratta di pastiglie rivestite, indeformabili, composte da polveri inserite all’interno di opportune matrici e compattate tramite pressatura. Il processo fa sì che si ottengano le forme desiderate e facilmente maneggiabili a seconda delle esigenze.
Le polveri si ottengono mediante un processo chiamato macinazione ad alta energia che impiega un mulino a sfere. Esso permette di macinare materiali in polvere finissima da utilizzare in processi di preparazione di minerali, medicazioni, vernici, pirotecnica e ceramica. Tramite questo macchinario, i ricercatori ENEA hanno ridotto le dimensioni delle particelle, creando difetti all’interno della struttura cristallina del materiale e rendendolo idoneo all’aggiunta di un catalizzatore.
Le pastiglie vengono poi rivestite da uno strato metallico, indeformabile, per renderle più resistenti e a rilascio lento all’interno dei serbatoi. Lo strato di rivestimento ha una temperatura di fusione superiore a quella alla quale verrà portata la pastiglia durante il ciclaggio (il ripetersi di raffreddamenti e riscaldamenti di un dato materiale) e limita, oltretutto, il contatto dell’idruro con altri composti gassosi, come ossigeno e acqua presenti nell’aria. In tal modo, rende possibile una migliore maneggiabilità.
Secondo la nota diffusa dall’agenzia, le pastiglie «presentano un doppio vantaggio: forniscono un sistema affidabile anche dopo numerosi cicli di assorbimento e uscita del gas e garantiscono una maggiore sicurezza rispetto all’utilizzo diretto delle polveri all’interno del serbatoio».
L’invenzione permetterebbe di superare i limiti dei sistemi convenzionali di stoccaggio di idrogeno, aprendo nuovi scenari che proiettano la ricerca verso la sperimentazione di sistemi di accumulo in forma solida, «più compatti, più sicuri e più resistenti all’invecchiamento».