(Rinnovabili.it) – Il sogno di un’economia dell’idrogeno si potrà essere affievolito ma non si è spento. A crederci ancora è oggi un nutrito gruppo di imprese, dal settore auto a quello energetico, fautori di una battaglia personale sulla diffusione di questo vettore. Parliamo di Toyota, BMW, Honda, Yundai, ma anche Air Liquide, Shell e Total, che assieme ad altri 20 membri hanno fondato a gennaio di quest’anno l’Hydrogen Council. La lobby ha presentato ieri al Sustainability Innovation Forum della COP23, lo studio “ Hydrogen, Scaling up”, road map della diffusione e delle opportunità commerciali ed ambientali legate a questo gas, nella cornice della transizione energetica.
Distribuito su larga scala, spiegano gli autori del documento, l’idrogeno potrebbe veicolare quasi un quinto dell’energia pulita totale consumata entro il 2050. Ciò consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 di circa 6 gigatonnes annuali rispetto ai livelli attuali. E di contribuire fino al 20% alla riduzione richiesta per limitare il riscaldamento a 2 ° C. Dal lato della domanda, l’Hydrogen Council stima che l’idrogeno potrebbe rifornire da 10 a 15 milioni di automobili e 500.000 mezzi pesanti entro il 2030, offrendo importanti vantaggio sul fronte dello stoccaggio energetico. Il conseguimento di questo cambiamento nei trasporti e in altri settori energetici chiave richiederebbe un investimento di 280 miliardi di dollari.
Solo vent’anni dopo, queste stesse cifre sarebbero lievitate: 400 milioni di automobili, 15 – 20 milioni di autocarri, circa 5 milioni di autobus, un quarto delle navi da passeggeri e un quinto dei treni non elettrificati. Nel complesso, secondo questo studio, la domanda annua di idrogeno potrebbe essere moltiplicata per dieci da qui al 2050.
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“Il mondo del 21° secolo ha bisogno di progredire verso un’energia a basso tenore di carbonio”, commenta Takeshi Uchiyamada, Presidente e CEO della Toyota Motor Corporation, nonché co-presidente del Consiglio. “L’idrogeno è una risorsa indispensabile per ottenere questa transizione, perché può essere utilizzata per memorizzare e trasportare energia eolica, solare e altre fonti rinnovabili. Il Consiglio ha individuato sette ruoli” per questo vettore “e vogliamo incoraggiare i governi e gli investitori ad assegnargli una parte importante nei loro programmi energetici”. La lobby ritiene che, con le giuste politiche, l’investimento necessario sia “fattibile” e che il mercato dell’idrogeno possa assicurare ricavi di oltre 2.500 miliardi di dollari all’anno.
Uno scenario che fa gola anche a Pechino, come mostra l’intenzione di alcune imprese cinese di entrare a far parte del consiglio. “Probabilmente avremo un membro cinese nei prossimi sei mesi”, ha rivelato Pierre Etienne Franc di Air Liquide alla Reuters. D’altra parte la Repubblica popolare è uno dei pochi paesi ad aver stabilito un obiettivo preciso su trasporti a fuel cell: 1 milione di veicoli a idrogeno entro il 2030.