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Idrogeno dal mare, in produzione l’anodo per l’elettrolisi marina

Idrogeno dal mare, in produzione l'anodo per l'elettrolisi marina
Elettrolisi marina. Foto di Selena13 da Pixabay

Nuovi progressi per l’elettrolisi dell’acqua di mare

Produrre idrogeno direttamente dall’acqua di mare non è più una missione impossibile. E quelle che fino a poco tempo fa erano solo ricerche di laboratorio, oggi sono progetti che puntano dritti al mercato. Basta guardare cosa sta succedendo negli Stati Uniti. In questi giorni Equatic, azienda attiva nelle tecnologie di rimozione del carbonio, ha annunciato che metterà in produzione un nuovo anodo per l’elettrolisi marina.

L’elettrodo è stato sviluppato dallo scienziato e co-fondatore di Equatic, il dott. Xin Chen, presso l’Università della California di Los Angeles con il supporto finanziario dell’Advanced Research Projects Agency-Energy (ARPA-E) del Dipartimento statunitense dell’Energia. E in base a quanto rivelato dalla società, il dispositivo entrerà in produzione in un nuovo stabilimento a San Diego.

Produrre idrogeno dall’acqua di mare: i problemi da risolvere

Si tratta a conti fatti di un gigantesco passo avanti per il settore dell’H2, e che ha alle spalle diverse sfide superate con successo. Impiegare l’acqua di mare per ottenere idrogeno comporta, infatti, alcuni problemi non di poco conto. 

Gli elettrolizzatori “classici” impiegano catalizzatori al catodo che aiutano la scissione delle molecole d’acqua in ioni idrogeno (H+) e idrossile (OH-). Gli elettroni in eccesso su questo elettrodo uniscono coppie di ioni idrogeno in idrogeno gassoso (H2). Nel frattempo gli ioni OH- attraversano la membrana  posta tra gli elettrodi per raggiungere l’anodo, dove altri catalizzatori uniscono l’ossigeno in ossigeno gassoso (O2).

Quando si usa l’acqua di mare, tuttavia, le reazioni interne trasformano anche gli ioni cloruro presenti nell’acqua in gas cloro altamente corrosivo, che danneggia elettrodi e catalizzatori. 

Il nuovo anodo per l’elettrolisi marina

Nel 2021, il dott. Chen si è prefissato di creare un processo di rimozione del carbonio tramite elettrolisi marina che producesse idrogeno ma non gas cloro. Assiema al suo gruppo di ricercatori ha così sviluppato elettrodi con catalizzatori finemente progettati che non reagissero con il sale nell’acqua di mare. L’unico contro: dopo tre anni gli anodi hanno bisogno di un nuovo strato di catalizzatori.

Nonostante ciò l’azienda è pronta a lanciarsi sul mercato. Lo stabilimento di San Diego può contare su un team altamente specializzato e, nel primo anno, dovrebbe arrivare a produrre 4.000 pezzi.

“L’elettrolisi tradizionale è stata possibile solo con acqua pura, una risorsa globale sempre più scarsa. Gli anodi selettivi per l’ossigeno (OSA) di Equatic eliminano la dipendenza del processo dall’acqua pura e attingono invece alla risorsa idrica più abbondante al mondo: l’oceano”, ha affermato il dott. Doug Wicks, direttore del programma ARPA-E che finanzia le tecnologie energetiche avanzate. “Altrettanto importante, questa scoperta statunitense sarà realizzata da un team di tecnici altamente qualificati a San Diego, alimentando la nostra economia pulita nazionale e creando effetti a catena che saranno avvertiti in tutto il mondo”.

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