Un gruppo di scienziati delEPFL ha sviluppato un processo per massimizzare la resa di idrogeno dai rifiuti organici in pochi millisecondi
Ogni kg di biomassa essiccata può generare circa 100 litri di idrogeno
(Rinnovabili.it) – La produzione di idrogeno a partire da biomasse di scarto rappresenta una delle opzioni low carbon testate da ricerca e industria in alternativa all’elettrolisi. Sebbene più impegnativo, il processo fornirebbe un nuovo strumento di valorizzazione energetica per i rifiuti organici. Aiutando a trasformare un problema in una risorsa preziosa. Le ultime novità in questo campo arrivano oggi dell’EPFL, in Svizzera. Qui gli scienziati hanno messo a punto un processo per ottenere idrogeno dalle bucce di banana in pochissimo tempo e con alte rese.
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Attualmente, spiega il Politecnico in una nota stampa – esistono due metodi principali per convertire la biomassa in energia: la gassificazione e la pirolisi. La prima porta la biomassa a temperature intorno ai 1.000 °C, convertendola in syngas (un mix di idrogeno, metano, CO, ecc) e composti solidi (biochar). La seconda impiega, invece, temperature più basse, comprese tra 400 e 800 °C e pressioni fino a 5 bar in un’atmosfera inerte. Si tratta di un processo che richiede normalmente molto tempo, a meno che non si utilizzino speciali reattori in grado di resistere a temperature e pressioni elevate. Il team dell’EPFL, guidato dal professor Hubert Girault della School of Basic Sciences, ha trovato una strada alternativa: la fotopirolisi rapida.
Fotopirolisi rapida per la produzione di idrogeno low carbon
Il metodo impiega una lampada allo xeno come fonte di energia ad alta potenza e brevi impulsi. L’idea è di generare un potente colpo di luce sulla biomassa in grado di attivare istantaneamente una conversione fototermica del composto in syngas e biochar. Questa tecnica è stata utilizzata su diversi rifiuti organici con l’obiettivo di produrre idrogeno: gli scienziati hanno testato bucce di banana, di mais, d’arancia, chicchi di caffè e gusci di cocco, previo essiccamento e macinazione. Nel dettaglio, hanno inserito le polveri in un reattore a pressione ambiente e in atmosfera inerte, dove la lampada allo xeno ha attivato la fotoconversione in pochi millisecondi.
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“Ogni kg di biomassa essiccata può generare circa 100 litri di idrogeno e 330 g di biochar, che rappresenta fino al 33% in peso della massa della buccia di banana essiccata originale”, afferma Bhawna Nagar, che ha lavorato allo studio. Il metodo ha anche avuto un risultato energetico calcolato positivo di 4,09 MJ per kg di biomassa essiccata. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Chemical Science (testo in inglese).