Cartucce d’idrogeno tra le carote
(Rinnovabili.it) – Ti fai portare comodamente la spesa a casa? Perché allora non aggiungere alla lista, tra bottiglie d’acqua e pomodori, anche un po’ di energia pulita? In Giappone sono già pronti a farlo. La Hitachi Ltd. e la Marubeni Corp. stanno lavorando su un nuovo progetto per la consegna a domicilio dell’idrogeno nella parte settentrionale del Paese. L’obiettivo è diffondere l’utilizzo di questo vettore energetico puntando soprattutto sulle regioni più remote, dove le famiglie non sono raggiunte dalle reti regionali del gas.
Ne dà notizia in anteprima Bloomberg intervistando Ryusuke Gotoda, vice direttore generale del settore Idrogeno presso la Hitachi. “C’è stata molta ricerca su come produrre e immagazzinare l’idrogeno”, ha spiegato Gotoda, “Ma il vero collo di bottiglia è la parte legata al consumo. Se lo portiamo alle case, abbiamo un enorme potenziale”.
Per renderlo possibile le due aziende ricevuto un finanziamento dal Ministero dell’Ambiente nipponico e ora lavoreranno a stretto contatto con una cooperativa locale dei consumatori al fine di utilizzare le loro reti di distribuzione e risparmiare sui costi. Alla fine l’idrogeno sarà consegnato utilizzando gli stessi mezzi con cui oggi la cooperativa distribuisce la spesa alimentare.
Il target del progetto è circa il 47 per cento di tutte le famiglie giapponesi che oggi risiedono in zone rurali, ma per iniziare l’attività si concentrerà sulla cittadina di Tomiya, nella prefettura di Miyagi, dove cinque edifici faranno da test grazie all’installazione di sistemi a celle a combustibile. Il vettore sarà prodotto tramite elettrolisi dell’acqua impiegando energia solare, sarà assorbito in leghe che ne mantengano la sicurezza e quindi trasportato ai consumatori in semplici cartucce.
La Brother Industries Ltd. fornirà gli impianti a fuel cell da 700 watt, sistemi ad alta efficienza (95%) ma con costi ancora elevati (si parla di cifre intorno ai 22.600 dollari). Ma, spiega Yoichi Fujimoto, responsabile del progetto per la Marubeni, “una volta che altri produttori si uniranno a Brother nel realizzare questo tipo di celle a combustibile, i costi saranno ridotti“.
Che un’iniziativa del genere nasca in Giappone è quasi scontato. Nonostante gli innegabili ostacoli che il settore deve affrontare, il governo ha fatto della tecnologia dell’idrogeno uno dei suoi cavalli energetici con cui affrontare il dopo Fukushima. Il premier Shinzo Abe sta portando avanti il suo piano per realizzare la sua “hydrogen society“, sostenendo la diffusione del vettore a livello dei consumi elettrici, termici e nei trasporti. Oggi la nazione può contare 200.000 unità a fuel cell domestiche già installate e su un consorzio di grandi aziende, come la Mitsubishi, che stanno tentando di realizzare la prima catena di approvvigionamento idrogeno al mondo.
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