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Energia: nel futuro del gas UK c’è l’idrogeno e il CCU

Per decarbonizzare il settore del riscaldamento National Grid propone uno scenario in cui al gas naturale sia associato il biometano, l’idrogeno e tecnologie di CCU

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Le strategie di National Grid per il settore del gas UK

(Rinnovabili.it) – Come riuscire a decarbonizzare il settore del gas UK, supportando i futuri picchi nella domanda di riscaldamento e trasporti? È quanto si sta chiedendo National Grid, l’operatore energetico del Regno Unito, alle prese con la stesura della sua strategia a lungo termine. La società ha pubblicato i suoi obiettivi nel rapporto The Future of Gas, documento in cui esplora il ruolo del gas e delle sue alternative. Si parte dal settore del riscaldamento domestico, dove il carburante domina incontrastato (80% dei consumi). National Grid esclude un’opzione di futura elettrificazione dei consumi termici preferendogli piuttosto uno scenario in cui al gas naturale si associ il biometano, l’idrogeno e tecnologie di CCU (carbon capture and utilisation).

 

“Oggi il gas svolge un ruolo significativo nel nostro mix energetico – spiega Nicola Pitts della National Grid a Bloomberg New Energy Finance – fornisce tre volte più energia dell’elettricità (nel Regno Unito) […]  Tuttavia, nel 2050, non sarà possibile avere gas naturale in maniera continua e certamente non nella misura in cui lo usiamo ora”. Una delle principali soluzioni per la società consisterebbe nel sostituire il metano con l’idrogeno, ottenuto sia tramite elettrolisi dell’acqua (alimentata dagli impianti rinnovabili) che dallo steam methane reforming. “Dobbiamo sperimentare la tecnologia, elaborare le sue capacità e capire come commercializzarla”, continua Pitts. “Si prevede che l’idrogeno possa funzionare a livello di distribuzione”.

 

Per questo motivo nel Regno Unito si sta già testando l’utilizzo del vettore energetico a livello del riscaldamento domestico in progetti come progetti come Leeds H21 e Hydeploy (leggi anche Leeds, la città UK che si riscalda con l’idrogeno).

 

Il rapporto riconosce che l’idrogeno potrebbe diventare un fattore importante anche per la futura mobilità, settore in cui la società prevede si concentrerà l’aumento della domanda di gas.  “I veicoli elettrici non sono adatti al mercato dei trasporti pesanti. Il consumo di gas inizierà ad aumentare quando i proprietari delle flotte cercheranno di ridurre le emissioni, senza poter elettrificare i loro mezzi a causa del loro peso”. In questo senso, “l’Italia e la Germania sono avanti a noi in termini di [utilizzo] di gas naturale compresso nei veicoli pesanti”.

 

Ci sono attualmente meno di 50 stazioni di mento nel Regno Unito e la maggior parte di queste sono strutture private. Ma, spiega National Grid, non sarebbe una grande impresa  aggiungere stazioni di rifornimento pubbliche poiché l’infrastruttura di trasporto del gas esiste già. Discorso non troppo dissimile per il settore marittimo che attualmente utilizzata oli combustibili pesanti altamente inquinanti. Anche in questo caso, si legge nel report, il gas naturale liquefatto (LNG) può fornire un’alternativa a basse emissioni di carbonio. Il terminal di Isle of Grain della National Grid sta sviluppando una struttura che sarà aperta entro il 2020 e che consentirà l’uso del GNL nei settori marino e industriale.