(Rinnovabili.it) – Il Centro di ricerca per le nanoparticelle dell’Istituto di Scienze di Base (IBS) ce l’ha fatta: nei suoi laboratori di ingegneria chimica ha visto la luce una nuova fuel cell al metanolo ecofriendly e al tempo stesso dalle ottime prestazioni. Note anche con l’acronimo inglese DFMC, le celle a combustibile a metanolo diretto presentano attualmente due tipi di problemi: durante il lavoro vanno inevitabilmente incontro ad avvelenamento da monossido di carbonio (CO) che riduce le prestazioni e utilizzano piccole percentuali di cromo esavalente (Cr VI), un metallo pesante tossico e particolarmente nocivo per l’ambiente acquatico.
Il gruppo di ricerca coreano è partito da questi due problemi per trovare una soluzione comune: ha impiegato lo stesso cromo come uno scavenger per il monossido di carbonio, ovvero una sostanza in grado di trasformare i radicali dell’ossigeno in composti non radicalici, privi di reattività e quindi di tossicità. Il loro nuovo metodo non solo utilizza il processo redox per pulire la superficie dell’elettrodo di platino trasformando la CO in CO 2, ma permette anche di convertire il Cr esavalente in Cr trivalente, elemento decisamente meno tossico. Il risultato? Il potenziale della cella è in grado di mantenere un valore quasi costante per 10 ore, aumentando la densità energetica dal 20 al 70% e senza rilasciare elementi nocivi per l’ambiente. “Le celle a combustibile di questo tipo presentano ostacolo non indifferenti come il basso rendimento e l’avvelenamento da CO, due elementi che fino ad oggi le hanno impedito di diventare una possibile tecnologia energetica diffusa”, spiega il Prof. Yung-Eun Sung, capogruppo del Centro per la Ricerca per le Nanoparticle all’IBS e professore della Scuola di Ingegneria Chimica e Biologica presso la Seoul National University. “Questa nuova tecnologia ibrida delle celle a combustibile sarà in grado per dare un forte impulso allo sviluppo di fuel cell a metanolo diretto”.