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Fornitura di idrogeno verde su lunghe distanze? Può essere competitiva

JRC ha studiato in quali condizioni il trasporto dell’idrogeno rinnovabile attraverso il territorio europeo o su distanze più lunghe abbia un senso economico

fornitura idrogeno verde
via depositphotos.com

On line il brief “Valutazione delle opzioni di consegna dell’idrogeno”

(Rinnovabili.it) – Ha senso (economico) produrre idrogeno verde dove l’elettricità rinnovabile è più economica per poi trasportarlo fino al cliente finale, oppure è meglio investire solo su progetti che uniscano geograficamente l’offerta alla domanda? E se la fornitura di idrogeno verde su lunghe distanze ha senso, quanto effettivamente devono essere lunghi i viaggi perché tale prodotto non perda competitività con la produzione a km0? A rispondere alle domande è il nuovo studio sul trasporto dell’idrogeno del JRC, il Centro comune di ricerca della Commissione europea.

L’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio non può attualmente competere in termini di costi di produzione con quello di origine fossile”, scrive il JRC. “L’importazione[…] da luoghi con risorse energetiche rinnovabili più economiche potrebbe rappresentare un’alternativa alla produzione locale”, ma comporterebbe ulteriori nuovi costi. Spese direttamente collegate alla quantità di H2 trasportato, alla distanza da percorrere, dai mezzi utilizzati e dalla modalità di “imballaggio”.

Fornitura idrogeno verde, le opzioni

Attualmente per il suo trasporto, l’idrogeno viene compresso, liquefatto o “convertito” in un composto più maneggevole come l’ammoniaca o i LOCH (liquidi organici usati come vettori).

Lo studio mostra che la fornitura di grandi quantità di idrogeno verde su lunghe distanze potrebbe essere economicamente vantaggiosa. Ovviamente l’attuale mancanza di infrastrutture rappresenta un problema ma all’interno dei confini UE la soluzione più competitiva appare quella di riconvertire i gasdotti esistenti all’uso dell’H2. Per il trasporto su distanze più lunghe, i vettori chimici come l’ammoniaca o i LOHC) sono la soluzione migliore, economicamente parlando, aprendo opzioni di importazione da fornitori situati, ad esempio, in Cile o Australia. “A fronte di costi di produzione dell’idrogeno rinnovabile pari a 1,5-3,5 euro/kg, il contributo dei costi di fornitura al prezzo finale non è trascurabile“, scrive il Centro. “Tuttavia, i prezzi di consegna potrebbero essere sufficientemente bassi da facilitare la competitività delle importazioni di H2 verde da luoghi di produzione più economici, in particolare per un percorso di trasporto da punto a punto”.

 Il documento raccomanda che la definizione, la certificazione e l’etichettatura dell’idrogeno rinnovabile includano l’intera catena di fornitura, per garantire un monitoraggio accurato delle emissioni associate alle catene di consegna dell’idrogeno su larga scala.

Leggi qui il report di JRC

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.