Parte il primo progetto pilota per costruire una filiera dell’idrogeno completa
(Rinnovabili.it) – Il tassello iniziale della prima filiera dell’idrogeno al mondo si trova a Loy Yang, nello stato australiano di Victoria. Qui è appena partito il progetto pilota con cui Australia e Giappone vogliono dare vita a una supply chain completa per il vettore energetico. In forma di idrogeno liquido, quindi esportabile via nave.
La partnership tra Tokyo e Canberra sulla prima filiera dell’idrogeno risale già al 2019. Oltre al progetto a Loy Yang, infatti, i due paesi stanno mettendo a punto anche una nave capace di trasportare idrogeno liquefatto, l’ultimo tassello della catena.
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Non sarà però l’idrogeno verde il protagonista di questo debutto sui mercati globali, ma la lignite. Considerato il meno pregiato tra i tipi di carbone, la lignite australiana sta trovando una seconda vita con la crescita dell’attenzione per l’H2.
Il progetto a Loy Yang, guidato dalla giapponese Kawasaki insieme a Iwatani, Marubeni, Sumitomo e a AGL Energy, gestore della miniera di lignite, produrrà 70 kg al giorno di idrogeno blu, cioè H2 ottenuto dalla combustione di fonti fossili con recupero di CO2. L’anidride carbonica prodotta nel processo quindi non sarà rilasciata in atmosfera, ma catturata e stoccata sotto terra.
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Perché la scelta della lignite? L’Australia ovviamente prolunga artificiosamente la vita della sua industria del carbone. Ma non è l’unico motivo. “La cosa importante è che l’idrogeno dovrebbe essere competitivo in termini di costi e la lignite vittoriana è una fonte economica di idrogeno”, spiega Hirofumi Kawazoe, direttore generale dell’unità Hydrogen Engineering Australia di Kawasaki. Secondo le stime attuali, produrre idrogeno da lignite costa 1/3 rispetto all’H2 ottenuto per elettrolisi con elettricità da fonti rinnovabili.
Il Giappone punta a diventare la prima ‘società a idrogeno’ al mondo. Entro il 2030 il governo vuole realizzare la prima filiera completa dell’H2, e nel budget 2021 il premier Suga ha scelto di alzare la voce relativa agli investimenti su questo vettore del 20%, portando il totale a 800 milioni di dollari.