L’impianto è il primo al mondo ad auto alimentarsi con il biogas ottenuto dal trattamento dei reflui: succede a Collegno nella centrale di depurazione della SMAT
(Rinnovabili.it) – Taglio del nastro, presso la centrale di trattamento delle acque reflue di Collegno, in Piemonte, del primo di tre moduli fuel cell. Una volta completati i lavori di installazione, il depuratore sarà il primo impianto di taglia industriale in Europa a generare energia pulita dai reflui urbani attraverso la tecnologica delle celle a combustibile ad ossidi solidi (SOFC). E, soprattutto il primo al mondo ad auto-alimentarsi tramite la produzione di biogas.
Dietro a questi primati c’è il lavoro di una nutrita squadra, quella del progetto europeo DEMOSOFC, coordinato dal Politecnico di Torino e condotto da un partenariato di istituti accademici e aziende europee: la Società Metropolitana Acque di Torino (SMAT) che gestisce il depuratore, l’azienda finlandese Convion Oy, produttrice di sistemi SOFC, il centro di ricerca finlandese VTT ed l’Imperial College of Science, Technology and Medicine (Londra).
L’iniziava, di cui Rinnovabili aveva già parlato in occasione della sua presentazione nel 2015, è ormai matura per passare alla pratica.
Energia pulita dalle acque reflue, come funziona?
I fanghi, filtrati dalle acque reflue urbane, sono sottoposti a digestione anaerobica per ricavare biogas. Il combustibile viene purificato, separando zolfo e altri contaminanti; quindi è inviato agli elettrodi della cella dove le sue molecole vengono “spezzate” in ioni positivi ed elettroni, producendo corrente. Il sistema è cogenerativo, in quanto consente il parziale recupero del calore rilasciato dalle fuell cell. La particolarità della tecnologia SOFC (Solid Oxide Fuel Cell) è, infatti, quella di funzionare a circa 800°C.
Il processo permette non solo di ottenere energia elettrica e calore, ma anche altri due “prodotti”: acqua pulita e il ri-fissaggio del contenuto di carbonio del combustibile primario (biogas) in forma di biomassa che può essere reimpiegata.
L’impianto piemontese si avvale di tre moduli ed in grado di fornire in cogenerazione 175 kW elettrici e 90 kW termici, con un’efficienza elettrica del 53%: produrrà un milione di m3 di biogas l’anno a partire dal trattamento di reflui urbani di 180mila persone. L’energia pulita prodotta permetterà di coprire fino al 30% dei bisogni elettrici del depuratore. Il che significa minori emissioni e un risparmio in bolletta per l’azienda di quasi 200mila euro l’anno.