(Rinnovabili.it) – Ottenere idrogeno dal metano non è più una novità. Riuscire a farlo senza produrre emissioni di anidride carbonica, decisamente sì. A rendere possibile un simile passo è un progetto di cooperazione tra due famosi istituti di ricerca tedeschi, lo IAS di Potsdam e il Karlsruhe Institute of Technology, avviato dal premio nobel Carlo Rubbia. I due enti hanno lavorato assieme per dimostrare la fattibilità di un innovativo processo per la produzione efficiente ed ecologica di idrogeno da metano. La tecnologia potrebbe in futuro aprire le portare ad uno sfruttamento dell’energia fossile senza emissioni di carbonio.
L’elemento chiave della ricerca è un reattore sperimentale in grado di effettuare il cosiddetto “cracking termico” del metano, ovvero capace di scindere il gas in idrogeno e carbonio solido (o nero di carbonio). Questa reazione avviene a temperature ben al di sopra di 750 gradi centigradi, “dove non si producono”, spiegano gli scienziati “emissioni nocive”. In realtà il cracking del metano non è una novità: il procedimento fu inventato prima del 1914 come processo primario per aumentare la produzione di benzina e nel corso degli ultimi due decenni numerose prove sono state effettuate presso diverse strutture di ricerca per dimostrarne la fattibilità tecnica nel campo dell’idrogeno. Tuttavia il tasso di conversione è rimasto sempre troppo basso.
La tecnica tedesca ha permesso invece di compiere quel passo avanti necessario. Nel corso di un esperimento il reattore è stato in grado di operare per due settimane senza interruzioni, producendo idrogeno con un tasso di conversione del 78% e a una temperatura di 1200 gradi centigradi.
Il reattore è resistente alla corrosione e non va incontro al pericolo di intasamenti, poiché la polvere di carbonio microgranulare risultante può essere separata facilmente. Nella sua forma solida inoltre il carbonio può essere riciclato impiegandolo come materia prima nel settore automobilistico e nella produzione di acciaio e fibre di carbonio. IASS sta ora collaborando con l’RWTH Aachen per ottenere una Life Cycle Assessment (LCA) di un ipotetico impianto commerciale basato su questa metodologia.