I dati del database mondiale sugli elettrolizzatori di Aurora Energy Research
(Rinnovabili.it) – La patria dell’idrogeno verde? Nel futuro il titolo potrebbe essere tutto europeo. È nel Vecchio Continente, infatti, che si conta la maggior parte dei grandi elettrolizzatori pianificati nel medio e breve termine. A rivelarlo è Aurora Energy Research, società attiva nell’analisi del mercato energetico. In nuovo rapporto, gli esperti mettono a fuoco i nuovi piani internazionali dedicati alla realizzazione di impianti di produzione di idrogeno a zero emissioni. Questi sistemi operano attraverso l’elettrolisi, ossia la scissione delle molecole d’acqua in H2 e O2, alimentata dall’energia elettrica. Più costosi delle tecnologie classiche di produzione dell’idrogeno, gli elettrolizzatori hanno una grande potenzialità di sviluppo, anche grazie alla riduzione dei costi delle fonti rinnovabili.
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Attingendo al suo database globale dedicato alla tecnologia, Aurora rileva che vi sono ben 213,5 GW di impianti pianificati da qui al 2040, di cui l’85% nella sola Europa. A titolo di confronto l’attuale capacità globale dell’elettrolisi è di appena 0,2 GW.
“Le aziende stanno già scommettendo sull’economia dell’idrogeno investendo oggi in nuovi progetti. La pipeline di elettrolizzatori è di oltre 200 GW, ossia mille volte l’attuale capacità installata”, spiega Richard Howard, direttore della ricerca presso Aurora Energy Research. “Se tutta questa capacità venisse attivata, potrebbe produrre fino a 32 milioni di tonnellate di idrogeno l’anno. La metà dell’attuale domanda”.
Che la crescita sia in gran parte europea non rappresenta una vera sorpresa. Negli ultimi mesi il Vecchio Continente ha sfornato una serie di Piani strategici nazionali dedicati al vettore, con grandi impegni su fronte impiantistico e infrastrutturale. Esiste già una pipeline programmata di oltre 9 GW in Germania, 6,5 GW in Francia 6 GW nei Paesi Bassi, 5 GW in Italia e 4 GW nel Regno Unito (i target possiedono scadenze temporali diverse).
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A crescere sono anche le dimensioni degli elettrolizzatori. Ad oggi, spiegano gli analisti, la maggior parte dei progetti è stata compresa tra 1 e 10 MW. Entro il 2025 la taglia tipica sarà di 100-500 MW, soprattutto nella formula di “cluster locali” per avvicinare produzione e consumo di H2. Entro il 2030, i progetti dovrebbero aumentare ulteriormente fino a 1 GW ed oltre, aprendo le porte all’esportazione su larga scala.
Aurora ha anche valutato i paesi europei più attraenti per gli investimenti sull’idrogeno a basse emissioni di carbonio. L’analisi prende in considerazione le politiche nazionali, gli schemi d’incentivazione, i costi di produzione e i probabili centri di domanda del vettore. Sebbene la Germania offra ancora il mercato più interessante, secondo gli analisti è necessario tenere d’occhio Italia e Polonia. La prima ha ambiziosi obiettivi a lungo termine e intende fare da ponte strutturale, a livello energetico, tra l’Africa e l’Europa occidentale. La seconda introdurrà un programma di Carbon Contract for Difference entro il 2025 che sosterrà una produzione di idrogeno più pulita.