Il progetto di ricerca, guidato da RINA realizzerà a Castel Romano un impianto pilota in grado di produrre fino a sette tonnellate di acciaio all’ora attraverso le tecnologie legate all’idrogeno
Come decarbonizzare l’acciaio con l’idrogeno
(Rinnovabili.it) – Durerà fino al 2028, coinvolgerà un team di 120 ingegneri e richiederà un investimento di 88 milioni di euro. Queste alcune delle cifre che contraddistinguono HYDRA, il nuovo progetto per la decarbonizzazione dell’acciaio attraverso l’idrogeno. L’iniziativa è guidata da RINA e fa parte degli IPCEI, ossia gli Importanti progetti di comune interesse europeo finanziati dall’UE. L’obiettivo? Realizzare una mini acciaieria sperimentale, un centro di test e un polo di formazione dedicato al know-how sull’idrogeno. “Tra le sei catene strategiche del valore identificate dalla Commissione europea per l’attuazione dei progetti IPCEI, l’idrogeno ha un ruolo di primo piano”, spiega Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato di RINA. “Da oggi mettiamo in campo tutta la nostra competenza affinché Hydra diventi un catalizzatore per le eccellenze della siderurgia”.
Non è la prima volta che il vettore trova un suo spazio nel percorso verso le zero emissioni dell’industria siderurgica. In particolare l’idrogeno offre la possibilità di riprogettare completamente il processo di produzione dell’acciaio, rendendolo a basso impatto di carbonio. O meglio ancora “verde”.
Acciaio verde, cos’è?
Il termine acciaio verde è usato per indicare un prodotto finale ottenuto senza l’utilizzo del carbone e quindi più ecologico sotto il fronte emissivo. Come? Attraverso quello che in gergo viene chiamato Direct Reduced Iron (DRI), ossia la riduzione diretta del ferro. Il processo fa reagire l’H2 direttamente con i minerali ferrosi per produrre ferro e acqua all’interno di un forno a temperature relativamente basse (circa 1000°C). Quindi, il ferro ridotto è ulteriormente trasformato grazie ad un forno elettrico in acciaio liquido. Le prestazioni dell’intero percorso, in termini di consumo energetico ed emissioni di CO2 sono nettamente più basse rispetto all’uso del coke in alto forno. Soprattutto se l’idrogeno utilizzato è a sua volta verde.
La mini acciaieria verde di RINA
Il progetto Hydra sarà portato avanti dal Centro Sviluppo Materiali (CSM) della multinazionale. Nella sede di Castel Romano verrà realizzato un impianto pilota per decarbonizzare l’acciaio, sperimentando l’idrogeno in ogni fase del ciclo. I lavori di realizzazione della struttura dovrebbero terminare nel 2025 puntando ad una prima produzione di 7 tonnellate di acciaio verde l’ora. Ed “emettendo una frazione marginale (nell’ordine dei chilogrammi) dell’anidride carbonica rilasciata attualmente“.
Il progetto creerà nella stessa sede anche un centro dedicato ai test di materiali e componenti per il trasporto e lo stoccaggio del vettore e un polo di formazione sulla sicurezza, sulle normative europee e per la diffusione di know-how sulle tecnologie H2.
“Crediamo molto non solo negli aspetti tecnici di questo progetto ma nella filosofia che lo guida: un’innovazione ‘aperta’”’ che porta valore a tutti gli stakeholder”, ha aggiunto Salerno. “La decarbonizzazione, uno dei pilastri del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), è una priorità e un obiettivo comune a tutti, specialmente nei settori hard to abate”.