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Il costo dell’idrogeno verde renderà senza senso l’idrogeno blu

Pubblicato l’Hydrogen Levelized Cost Update sul costo dell’idrogeno verde

(Rinnovabili.it) – Il costo dell’idrogeno verde – ossia prodotto grazie all’impiego di fonti rinnovabili – prosegue il suo trend ribassista. Un percorso costante lo che porterà a riscrivere la mappa energetica globale” nei prossimi decenni. Questo quanto afferma BloombergNEF nella sua nuova analisi di mercato. Il report, intitolato Hydrogen Levelized Cost Update, riporta le stime economiche per il vettore a medio e lungo termine, mettendo a confronto le varie produzioni nei 28 mercati. 

Il primo elemento che emerge è come il costo livellato dell’idrogeno (LCOH2), prodotto tramite elettricità rinnovabile, sia destinato a diminuire più rapidamente di quanto stimato in precedenza. Secondo BloombergNEF il costo dell’idrogeno verde scenderà nella maggior parte dei mercati ben al di sotto di 2 dollari al kg entro il 2030; per arrivare sotto un dollaro il kg nel 2050. In alte parole, non solo entro la metà del secolo sarà in grado di battere per competitività il gas naturale, ma già entro 10 anni renderà rischioso investire nell’idrogeno blu (da combustibili fossili con cattura e stoccaggio del carbonio).

“Entro il 2030, non avrà molto senso dal punto di vista economico costruire impianti di produzione di idrogeno blu nella maggior parte dei paesi. A meno che non esistano dei vincoli di spazio per le energie rinnovabili”, spiega Martin Tengler, capo analista presso BNEF. “Le aziende che attualmente fanno affidamento sulla produzione di idrogeno da fonti fossili con CCS avranno al massimo dieci anni prima di avvertire il problema. Alla fine quelle risorse saranno sottoquotate, come quello che sta accadendo oggi con il carbone”.

I numeri sono dal 13% al 17% più bassi rispetto le precedenti previsioni di BNEF. A riscrivere i calcoli è soprattutto il trend dell’LCOE fotovoltaico. La società è convinta infatti che l’elettricità solare 2050 sarà del 40% più economica di quanto stimato solo due anni fa, grazie a una produzione più automatica, meno consumo di silicio e argento, maggiore efficienza delle celle e aumentati rendimenti dei pannelli bifacciali.

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“Da un lato la riduzione dei pronostici è stata sorprendente, dall’altro no”, ha aggiunto Tengler. “Ecco come va con l’energia pulita. Ogni anno diventa più economica e cresce più rapidamente di quanto ci si aspetti”.

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