L’ascesa dell’idrogeno verde nel mercato mondiale
(Rinnovabili.it) – I costi dell’idrogeno verde saranno più che dimezzati nei prossimi 20 anni. A riferirlo sono gli analisti di Wood Mackenzie, che in una nuova ricerca di mercato fanno le pulci al prezioso vettore energetico. Secondo gli esperti, il 2020 potrebbe costituire un punto di svolta per l’emergente mercato dell’idrogeno a basse emissioni. Nonostante il panorama economico incerto a livello globale, quest’anno il settore ha fatto passi da gigante. Basti pensare alle nuove strategie dedicate, pubblicate da Commissione europea, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo e Spagna. O, al maxi impianto di produzione da 1,3 GW progettato in Danimarca. O ancora, ai piani di transizione energetica annunciati dalle compagnie fossili, in cui questo combustibile si è ritagliato ormai un posto fisso.
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L’ascesa dell’Hydrogen Economy sembra ormai iniziata ma gli ostacoli sulla strada non sono scomparsi. Primo fra tutti i costi dell’idrogeno verde, ancora troppo sbilanciati rispetto la controparte di origine fossile.
Attualmente la stragrande maggioranza (99,6%) dell’H2 impiegato commercialmente proviene da idrocarburi. Circa il 71% è “idrogeno grigio”, prodotto tramite il reforming del gas naturale. Il resto è perlopiù “idrogeno marrone”, ottenuto dal carbone attraverso la gassificazione. Una piccolissima porzione è costituita dal cosiddetto “idrogeno blu”, un’alternativa che abbina il reforming del gas naturale con la cattura e lo stoccaggio della CO2. A completare il quadro è l’idrogeno verde, prodotto dall’acqua tramite elettrolisi alimentata da rinnovabili. Peccato che questo segmento rappresenti solo lo 0,1% della produzione globale 2020.
Il motivo è essenzialmente economico: le tecnologie fossili offrono un prodotto a buon mercato, con cui è difficile competere. Almeno per ora.
Le previsioni sui costi dell’idrogeno verde, grigio e blu
La buona notizia è che la situazione è destinata a ribaltarsi. Secondo Wood Mackenzie i costi dell’idrogeno verde diminuiranno fino al 64% entro il 2040. In alcuni paesi, come la Germania, la parità potrebbe arrivare persino 10 anni prima.
“L’aumento dei prezzi dei combustibili fossili farà crescere la competitività green, rafforzando ulteriormente la spinta verso questa tecnologia nei prossimi anni”, ha affermato Ben Gallagher, analista senior di Wood Mackenzie e autore del rapporto. Il documento proietta un incremento delle spese di produzione (più 82%) per l’idrogeno grigio entro il 2040, a causa del previsto aumento dei prezzi del gas naturale. Uniche eccezioni: Arabia Saudita e Stati Uniti. Anche i costi dell’idrogeno blu dovrebbero aumentare, con più 59% entro il 2040.
Il rapporto mostra anche come, ad oggi, solo 10 paesi rappresentano il 70% della domanda globale di questo vettore. Con Cina ed USA che si ritagliano rispettivamente una fetta del 21% e del 19%.
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