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Sarà la Cina la prossima regina dell’idrogeno?

cina idrogeno
Credit: Martin Abegglen (CC BY-SA 2.0)

(Rinnovabili.it) – Datong, la capitale cinese del carbone, ha un nuovo obiettivo: trasformarsi in un hub nazionale dell’idrogeno per recuperare la competitività industriale che oggi sta perdendo“Ci impegneremo a sviluppare nuove energie, con l’idrogeno come elemento centrale”, ha affermato Wu Hongwen, sindaco della metropoli, all’agenzia di stampa statale Xinhua. La scelta dell’amministrazione comunale segue da vicino i nuovi sviluppi nazionali che stanno rilanciando l’economia dell’idrogeno a più livelli anche se ancora timidamente.

Per la prima volta quest’anno lo sviluppo di stazioni di rifornimento H2 per i nuovi veicoli energetici è stato incluso nel Rapporto di lavoro governativo: una mossa che il settore industriale cinese considera l’appoggio formale del governo centrale alla cosiddetta Hydrogen economy.

 

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E come dimostra Datong, anche le autorità locali hanno iniziato a guardare al futuro del vettore. Wuhan, capitale della provincia di Hubei nella Cina centrale, ad esempio, ha annunciato l’intenzione di costruire fino a 20 stazioni di rifornimento e avere su strada 3.000 veicoli a fuel cell entro il 2020. Shanghai di impianti ne vuole 50 con almeno 20.000 auto a idrogeno in circolazione entro il 2025.  Anche Zhangjiakou, città ospite delle Olimpiadi invernali del 2022, farà del vettore il suo biglietto da visita: l’obiettivo è trasformarla in una città dimostrativa di livello mondiale nell’uso di questo carburante nei trasporti pubblici cittadini, nella logistica e in altri settori.

 

D’altra parte la base di partenza è già ottima. Attualmente il Paese possiede già una delle più grandi capacità produttive con un totale di 20-22 milioni di tonnellate fornite nel 2018, pari ad terzo del valore mondiale. Le buone premesse ci sono tutte secondo il recente white paper della China Hydrogen Alliance sullo stato e le prospettive del comparto, questo combustibile è destinato a divenire una parte importante della rete energetica del Paese.  Secondo il documento, infatti, entro la metà del secolo potrebbe fornire alla nazione almeno il 10% della sua domanda energetica, raggiungendo i 60 milioni di tonnellate prodotte e oltre 10mila stazioni di rifornimento sul territorio.

 

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