Proseguono le ricerche sul riciclo di materiali rari e preziosi dalle celle a combustibile. In UK si è scoperto un processo sostenibile e innovativo
(Rinnovabili.it) – Il riciclo del platino dalle celle a combustibile non è più un miraggio, ed entro breve potrà diventare anche un processo privo di emissioni nocive. In UK si stanno testando tecniche avanzate per recuperare, oltre al platino, un polimero ad alto valore dall’assemblato membrana-elettrodo (MEA) dalle celle a combustibile. Ora la possibilità di creare un circuito di riciclo chiuso di questi componenti è ad un passo, secondo Axion Consulting.
La società, con base a Manchester, è specializzata nel recupero di materia e ha sviluppato il processo grazie al progetto RECOVER R&D in collaborazione con il fornitore di componenti per fuel cell Johnson Matthey Fuel Cells (JMFC) e il produttore di tessuto non tessuto Technical Fibre Products (TFP). Il progetto è stato co-finanziato dalla agenzia per l’innovazione del Regno Unito, Innovate UK.
Lo scopo è estrarre PFSA (acido perfluorosulfonico), un polimero fluorurato, dagli assemblati membrana-elettrodo separandolo dalle membrane a scambio protonico (PEM) delle celle a combustibile. Tutto ciò, senza incenerimento o creazione di gas acido fluoridrico in forma gassosa, una sostanza corrosiva e tossica. Il percorso di incenerimento oggi praticato non recupera la membrana.
Anche il recupero del platino dagli assemblati è più facile, perché il processo genera un materiale ricco di metalli pronti per ulteriore raffinazione.
Il direttore di Axion Consulting, Roger Morton, ha spiegato che «la particolarità del nostro percorso di riciclaggio di questo polimero garantisce il recupero di platino e PFSA senza prodotti di scarto nocivi. Il processo offre tre vantaggi principali: recupero in economia di materiali pregiati e rari, risparmio delle risorse grazie al riutilizzo in nuove celle a combustibile ed eliminazione dei costi di neutralizzazione delle emissioni nocive».
Un tale sistema di riciclo potrebbe diventare fondamentale quando le auto a idrogeno diventeranno mezzi più utilizzati nella mobilità urbana.
«L’economia dell’idrogeno continuerà a svilupparsi e crescere: è il futuro – dice Morton – Molte celle a combustibile raggiungeranno il fine vita tra 10-15 anni. Per quel momento, la capacità tecnologica di recuperare le loro preziose risorse sarà cruciale».