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Stoccaggio idroelettrico, l’Ue valuta il proprio potenziale

Un documento del CCR rivela che per una serie di paesi membri l’attuale capacità di storage potrebbe essere aumentata fino a 10 volte quella attuale

Stoccaggio idroelettrico, l’Ue valuta il proprio potenziale(Rinnovabili.it) – Quale è il potenziale di stoccaggio energetico degli impianti idroelettrici a pompaggio in Europa? A rispondere alla domanda ci pensa oggi un rapporto del Centro di Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea. L’istituto ha valutato i dati disponibili in una serie di paesi membri stabilendo che l’attuale capacità di immagazzinamento dell’elettricità potrebbe essere aumentata tranquillamente di 10 volte se i nuovi impianti fossero realizzati sfruttando serbatoi già esistenti. Che l’accumulo energetico sia tra le principali soluzioni tecnologiche finite nelle mire comunitarie non è un segreto: una maggiore capacità di immagazzinare elettricità potrebbe infatti permettere una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili sostenendo da vicino gli sforzi compiuti nel raggiungimento dell’obiettivo UE del 20% di fonti pulite entro il 2020.

 

Attualmente i sistemi di pompaggio idroelettrico, ovvero quegli impianti  che pompano acqua da un serbatoio più basso ad uno più alto sfruttando l’energia dei picchi di produzione, rappresentano l’unica tecnologia di storage diffusa su larga scala. Nel rapporto di valutazione del potenziale europeo, i ricercatori del CCR hanno utilizzato due scenari per il calcolo della capacità di stoccaggio potenziale: la topologia T1, riferita a due serbatoi esistenti con un adeguato dislivello, abbastanza vicini per essere collegati da una nuova condotta forzata e ad elettriche apparecchiature, e la topologia T2, basata su un unico serbatoio esistente, con un sito adatto nelle vicinanze dove potrebbe essere costruita una seconda cisterna. Il secondo scenario è stato tuttavia preso  in considerazione solo per i siti sufficientemente lontani dalle aree popolate, da parchi naturali protetti e da infrastrutture di trasporto.

 

Secondo il rapporto, il confronto fra le due ipotesi, analizzando i dati pervenuti da 14 Stati Membri, suggerisce che il potenziale teorico T1 è 3,5 volte la capacità esistente, mentre il potenziale T2 è di 10 volte tanto. Ulteriori studi dovrebbero mirare ad agevolare l’effettiva attuazione del potenziale fornendo agli stakeholder dati più precisi sui siti individuati e introducendo la possibilità di modelli computerizzati di sviluppo della rete con l’aggiunta di parametri economici.

 

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.