Nuovi impegni ambientali per il settore idroelettrico mondiale
(Rinnovabili.it) – Mai più progetti sui siti UNESCO e obbligo di diligenza per quanti costruiscono centrali in aree protette legalmente designate. Questi i nuovi impegni ambientali presi dal settore idroelettrico mondiale. L’International Hydropower Association (IHA) li ha annunciati ufficialmente a nome di un centinaio di aziende e sviluppatori, nel corso del Congresso Mondiale sulla Conservazione della Natura a Marsiglia.
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“Il settore idroelettrico può portare enormi vantaggi come fonte […] a basse emissioni di carbonio, fornendo uno stoccaggio pulito per l’energia solare ed eolica e aiutando a proteggere i sistemi dai blackout”, ha commentato amministratore delegato dell’IHA, Eddie Rich. “Tuttavia, come per qualsiasi progetto infrastrutturale, anche la sua costruzione può comportare impatti sull’ambiente locale che devono essere mitigati”.
I nuovi impegni ambientali sono stati assunti a seguito di un processo di dialogo e confronto tra i membri dell’associazione – che gestiscono collettivamente circa un terzo (450 GW) della capacità idroelettrica installata a livello mondiale – l’UNESCO e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).
Nel concreto, oltre a imporre un divieto sui siti patrimonio dell’Umanità, il comparto si impegna a implementare elevati standard di prestazione e trasparenza in caso di progetti che interessino Aree Protette (anche quelle candidate) e i relativi corridoi. Attenzioni che dovrebbero esser certificate attraverso il nuovo “standard di sostenibilità” dell’energia idroelettrica, che sarà lanciato l’8 settembre 2021 dal palco del World Hydropower Congress. “Riteniamo che i progetti rinnovabili in tali aree debbano soddisfare standard di prestazione i più elevati e dimostrare chiaramente come offrano benefici netti all’ambiente in generale”, ha aggiunto Rich.
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Sarà sufficiente? Non secondo il WWF. “Vietare i progetti nei siti UNESCO può essere visto come il primo passo per l’industria, ma è un passo molto piccolo poiché non esclude nuovi sviluppi in altre aree protette, comprese le zone umide di Ramsar”, ha affermato Stuart Orr, WWF Global Freshwater Lead. “Il settore è chiaramente ancora impegnato nella costruzione di dighe e impianti in aree protette, il che non farà altro che esacerbare la crisi della natura”.