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Investimenti e tutela dell’ambiente, i 2 nodi del rinnovo delle concessioni idroelettriche

In un intervento congiunto, WWF, Greenpeace e Legambiente presentano le loro priorità sul rinnovo delle concessioni previsto dal PNRR

Rinnovo concessioni idroelettriche: le richieste degli ambientalisti
Foto di spiros xanthos su Unsplash

Le concessioni idroelettriche devono adeguarsi ai bilanci idrici e rispettare la normativa comunitaria. Se non si tiene conto dell’impatto della crisi climatica su fiumi e laghi, il rinnovo delle concessioni idroelettriche previsto dal PNRR – ma su cui il governo sta contrattando con Bruxelles – rischia di moltiplicare gli effetti negativi delle derivazioni sui corsi d’acqua. Per evitare questo scenario serve un confronto costruttivo tra tutti i soggetti interessati, che coinvolga anche i territori.

È l’appello lanciato da Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia. Il tema del rinnovo delle concessioni idroelettriche va affrontato “con urgenza”, spiegano, affinché ne benefici sia l’espansione delle rinnovabili nella rete elettrica, sia il ripristino degli ecosistemi acquatici e fluviali previsto dalle leggi UE. Ecosistemi che, spesso, sono stati compromessi proprio dagli interventi realizzati in passato, sottolineano le 3 associazioni.

Rinnovo concessioni idroelettriche, le preoccupazioni degli ambientalisti

Il punto principale è uno solo, argomentano: il rinnovo delle concessioni deve prevedere dei vincoli che tengano insieme le esigenze del sistema energetico e quelle ambientali. L’affidamento degli impianti deve avvenire “anche in Italia, secondo le regole vigenti a livello europeo” e deve essere vincolato, anche in caso di proroghe, a “precise garanzie in termini di riqualificazione, efficientamento impiantistico, ma soprattutto di ripristino degli ecosistemi fluviali”. Processi che dovrebbero assicurare anche un maggiore coinvolgimento delle comunità locali, anche in termini di ricadute economiche e benefici territoriali. 

Bandi di gara, quindi, che prevedano precise garanzie per un idroelettrico “a prova di clima”. Qui si innesta il secondo nodo: per mettere in sicurezza gli impianti e i territori c’è bisogno di grandi investimenti. Il rinnovo deve quindi considerare anche la “solidità economica di nuovi imprenditori, ma soprattutto sulla volontà” dei futuri gestori.

“Va poi ricordato che, quando si parla di idroelettrico, si sta parlando di un pezzo importante del sistema energetico italiano, per cui un ragionamento va fatto anche sulla necessità che venga garantita la sicurezza del sistema”, concludono le associazioni.  

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