Da un team anglo-italiano lo studio che compara le fonti elettriche convenzionali valutando sia l’aspetto economico che quello di accettazione sociale e della sostenibilità
Come spiegato da Giorgio Locatelli della Lincoln University e da Mauro Mancini del Polimi fino ad oggi la letteratura scientifica ha offerto diversi studi economici dedicati alle centrali energetiche, ma perlopiù focalizzati sugli investimenti e il tempo di ritorno degli stessi in simili progetti, relegando i dati ambientali e sociali in un piano secondario. Ma dal momento che la domanda energetica mondiale è in perenne crescita e ci si aspetta che vangano costruite nuove centrali elettriche per sopperire alla richiesta, si deve ora poter rispondere con attenzione a tutte le richieste del momento. Gli scienziati hanno preso in considerazione diversi fattori: la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, l’impatto ambientale, l’accettazione pubblica, la volatilità del prezzo del carburante, il rischio di incidenti gravi e la zona di pianificazione di emergenza (EPZ). Ciascun fattore comporta un certo peso nella valutazione della fonte più sostenibile a livello globale.