Rinnovabili

Addio nucleare: la Svizzera sceglie un futuro di rinnovabili

la nuova SE 2050 della Svizzera favorisce le rinnovabili

 

Le rinnovabili sostituiranno l’atomo nella nuova SE 2050

(Rinnovabili.it) – Il popolo elvetico ha deciso: la Svizzera abbandonerà entro il 2050 il nucleare per sposare una politica energetica fatta di rinnovabili ed efficienza. Il referendum sulla revisione totale della legge energetica (SE 2050) si è chiuso domenica sera con un risultato netto: il 58% degli svizzeri è a favore di una dismissione graduale dell’energia atomica senza intervenire però sul ciclo di vita degli impianti. Semplicemente, si aspetterà che gli impianti arrivino alla loro età massima prima di spegnerli e senza metterne in cantiere di nuovi.

 

Fuori dal nucleare senza fretta

L’elettorato elvetico dimostra ancora una volta tutto l’appoggio alla visione energetica del Consiglio federale e del Parlamento. Visione nata all’indomani dell’incidente di Fukushima ma che ha sempre mantenuto una certa cautela in merito ai tempi d’abbandono di tale fonte. Facile intuirne il motivo: grazie ai cinque reattori operativi sul territorio, la Svizzera produce quasi il 39 per cento del suo mix nazionale. Il resto è in mano per lo più all’idroelettrico  (oltre il 60 per cento della produzione nazionale). Anche per questo, quando a novembre 2016 la popolazione era stata chiamata a votare l’uscita anticipata all’atomo, proposta dai verdi per il 2029, il responso della maggioranza dei cittadini è stato negativo.

 

Al termine del referendum, la presidente della Confederazione Doris Leuthard ha ricordato la tabella di marcia prevista dalla revisione della legge, con la maggior parte delle nuove regole che entrerà in vigore già nel 2018. Con lo spegnimento della centrale nucleare di Mühleberg, l’anno seguente inizierà il processo di trasformazione, contemporaneamente a quello di individuazione del deposito delle scorie nucleari.

 

I nuovi piani della Svizzera per le rinnovabili

Se sul nucleare la SE 2050 si prende tutti i suoi tempi, dall’altra parte cerca di accelerare su rinnovabili ed efficienza. L’obiettivo è garantire un approvvigionamento sicuro e diminuire la dipendenza dalle fonti fossili. I piani prevedono di spingere su fotovoltaico, eolico, biomasse, biogas e geotermia per passare dagli attuali 1,7 TWh l’anno a circa 24,2 TWh nel 2050. Anche la produzione idroelettrica è destinata a salire: il piano è di portare i 36,2 TWh annuali a quota 37,4 TWh entro il 2035.

 

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Di pari passo la strategia cercherà di ridurre i consumi energetici pro capite con tagli graduali: da meno 3 per cento del 2020 fino al meno 18 per cento del 2050. Il pacchetto di misure votato al referendum prevede anche un prelievo annuo di 480 milioni di franchi (438 mln di euro circa) dagli utenti della rete elettrica per finanziarie investimenti nelle rinnovabili, idroelettrico compreso. Ulteriori 450 milioni saranno prelevati da una tassa sui combustibili fossili già in vigore per ridurre del 43 per cento entro il 2035 i consumi energetici domestici.

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