(Rinnovabili.it) – Quando si parla di idroelettrico, è facile che il pensiero vada ai grandi impianti nazionali o a giganti quali la diga delle Tre Gole, in Cina o quella di Guri, in Venezuela. Ma non tutte le centrali sono materiale da documentario. Nel mondo esistono decine di migliaia di unità di mini idroelettrico e gli attuali trend suggeriscono che il numero sia destinato ad aumentare notevolmente nel futuro a breve termine.
Queste strutture sono abbastanza piccole da evitare molti dei regolamenti a cui devono sottostare i grandi impianti, sono costruite più rapidamente e con densità molto più elevate (più sbarramenti su uno stesso corso d’acqua). Tuttavia, spiegano i ricercatori dell’Università di Washington, ben pochi studi scientifici hanno considerato il loro impatto ambientale e, oggi, politiche e normative di settore risultano inevitabilmente insufficienti o addirittura incoerenti.
“Quando abbiamo iniziato ad esplorare questo tema, ossia lo sviluppo delle piccole centrali idroelettriche, ci siamo resi conto d’avere di fronte una proliferazione di questo tipo di strutture, senza conoscere esattamente come i loro impatti ambientali aumentassero a livello del bacino“, spiega il ricercatore Thiago Couto. Lo scienziato assieme ad alcuni colleghi è autore della prima valutazione su larga scala del mini idroelettrico a livello mondiale (compreso il loro potenziale di crescita). Il lavoro evidenzia l’incredibile variabilità di metodi con cui dighe di varie dimensioni sono suddivise in categorie, regolate e studiate.
“Abbiamo identificato alcune importanti lacune nelle politiche e negli studi che dovrebbero essere colmate per gestire meglio le piccole dighe idroelettriche e disporre di una scienza che informi realmente i decisori”. Scrivono gli scienziati: le dighe, grandi o piccole, hanno il potenziale di modificare il flusso d’acqua di un fiume, la temperatura, i sedimenti e gli schemi della biodiversità animale e vegetale. Questi fattori sono stati studiati a lungo per le grandi centrali, ma sono stati ampiamente ignorati per quelle piccole, specialmente considerando i potenziali effetti cumulativi di molte mini dighe in un singolo sistema fluviale.
La ricerca mostra come attualmente siano in funzione o in fase di costruzione quasi 83.000 piccoli impianti idroelettrici in 150 paesi. Se si dovesse sviluppare tutta la capacità idroelettrica, lo studio stima che questo numero potrebbe più che triplicare. E non è il solo problema. I Paesi classificano il mini idroelettrico basandosi solo sulla capacità energetica, ignorando di conseguenza altri fattori che potrebbero contribuire ad aumentare l’impatto ambientale e, dunque, altrettanto importanti in termini di autorizzazioni. In Brasile, ad esempio, vi sono casi di piccole dighe che producono la stessa quantità di energia, ma che variano notevolmente nelle dimensioni dei serbatoi alle loro spalle. Questo tipo di discrepanza si verifica perché la maggior parte delle classificazioni ignorano le misurazioni dell’impronta fisica di una diga, dell’altezza o della struttura. “È stato sorprendentemente difficile trovare articoli scientifici che abbiano quantificato rigorosamente gli impatti individuali e cumulativi del piccolo idroelettrico, una frontiera della ricerca che è fondamentale per il futuro”.