La speciale turbina H3 sfrutta le correnti per produrre elettricità grazie ad una piattaforma galleggiante di circa 10 metri quadrati
(Rinnovabili.it) – Nelle acque del fiume Garonna si sperimenta l’innovazione francese. Qui, più precisamente nei pressi del ponte d’Aquitania, nella città di Bordeaux, la start up Hydrotube Energie sta testando da alcuni mesi un nuovo prototipo di mini idro galleggiante. H3, questo il nome della speciale turbina, è stato collegata alla rete elettrica locale in questi giorni dimostrando tutta la lungimiranza di chi credeva nel progetto e risultati addirittura migliori di quelli preventivati sulla carta. Con correnti che vanno da tre a quattro nodi, la natura capricciosa della Garonna ha fatto da buon padrone di casa alla sperimentazione, riferisce Franck Jouanny, fondatore della società. E il mini idro galleggiante H3 è stato in grado di superare le prestazioni “teoriche” raggiungendo la massima potenza (20 kW) con una corrente di 2 m al secondo.
Come funziona il mini idro galleggiante H3?
La turbina di Hydrotube Energie ha un diametro dell’elica di 3,5 m ed una piattaforma galleggiante di circa 10 metri quadrati. Il dispositivo – primo del suo genere a non avere della fondamenta fisse – sfrutta l’energia delle correnti del fiume per trasformarla in energia elettrica. Progettata per adattarsi alla micro-produzione locale, la turbina ha una vita stima di 15 e 20 anni. “Se è mobile – aggiunge Jouanny – è per motivi di manutenzione e installazione”. La sua manutenzione, infatti, è facilitata rispetto ai modelli ancorati ai letti dei fiumi o del fondo marino, in quanto può essere rimorchiata a riva per la riparazione. La fase di sperimentazione ha lo scopo di consentire una valutazione della funzionalità della macchina. L’esperimento che dovrebbe concludersi a dicembre di questo anno, si propone di dimostrare l’affidabilità e l’efficienza di questo nuovo dispositivo. Ma l’obiettivo ultimo, rivale la società, è quello di raggiungere il mercato africano.
“Una turbina di marea come questa – spiega il fondatore – potrebbe fornire energia a 500 africani famiglie, ad un bassissimo costo di 7 centesimi per chilowattora”. Il progetto è stato sostenuto con 100.000 euro dalla regione Aquitania