Studiando le correnti migratorie dei pesci un team di ricercatori britannici sta valutando come proteggere i pesci dalla minaccia delle turbine idroelettriche
Analizzando le rotte migratorie dei pesci si sta quindi anche cercando di capire dove sia meglio non posizionare nuove dighe e nuovi impianti idroelettrici, per prevenire il danno che ha visto, nel caso delle anguille, la diminuzione del 90% della specie in 20 anni. Lo studio di nuovi sistemi che riducano il confluimento dei pesci nelle centrali è attivo da tempo. “Lo sviluppo di costruzioni fishfriendly non è un evento nuovo. Ci sono documenti che testimoniano come nel XIII secolo ci fu la necessità in Gran Bretagna di lasciare all’interno delle dighe uno spazio per consentire ai salmoni di raggiungere le zone di riproduzione” ha confermato Kemp. Le ricerche, che dapprima si focalizzarono esclusivamente sui salmoni, sono invece attualmente in corso in tutto il mondo dalla Cina al Rio delle Amazzoni dove viene analizzato il comportamento e i flussi migratori di diverse specie mentre all’Università di Southampton al momento sono in corso le analisi del comportamento dei pesci in relazione all’idrodinamica in presenza di dighe per poi valutare la modifica delle correnti per favorire flussi che spingano al sicuro gli esemplari.