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Idroelettrico, da Valle d’Aosta moratoria su subconcessioni

Baccega: «I nuovi indirizzi per la valutazione delle domande di derivazione di acqua a scopo idroelettrico e la relativa moratoria si applicano sino all’approvazione dell’aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque»

Idroelettrico
Di Tenam2 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12109607

(Rinnovabili.it) – Stop fino al 31 dicembre 2017 alle domande di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico. E’ quanto ha stabilito la giunta regionale della Valle d’Aosta approvando una nuova delibera per una moratoria nell’esame delle richieste. “La deliberazione di oggi revoca e sostituisce la deliberazione della Giunta regionale n. 1253 del 15 giugno 2012 sulla moratoria relativa agli utilizzi di acqua da destinare alla produzione di energia idroelettrica”, spiega l’Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Mauro Baccega. L’ok della Regione va anche al documento “Relazione metodologica Preliminare”, predisposto dal Dipartimento programmazione, difesa del suolo e risorse idriche, per l’avvio della fase di concertazione preliminare di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Nel dettaglio, la deliberazione stabilisce i seguenti indirizzi per limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico:

1.non possono essere richiesti nuovi prelievi di acqua da destinare alla produzione di energia idroelettrica, salvo quelli:

  1. per il rifornimento energetico degli alpeggi e dei rifugi di alta montagna, nonché in tutte quelle situazioni di isolamento, dove esistono obiettive difficoltà di accesso con infrastrutture energetiche (sia tecniche-ambientali, sia economiche), limitando la potenza nominale massima dell’impianto al valore di 50 kW. Si specifica che nel caso in cui, successivamente al rilascio della subconcessione di derivazione, la struttura in situazione di isolamento venisse raggiunta dalla rete di distribuzione dell’energia elettrica, il diritto al prelievo ad uso idroelettrico potrà essere conservato solo se non avviene l’allacciamento alla rete e, in ogni caso, non sono ammessi potenziamenti delle derivazioni, né rinnovi della subconcessione di derivazione;
  2. che prevedono lo sfruttamento di derivazioni esistenti per usi agricoli o potabili anche per la produzione di energia elettrica (uso multiplo della risorsa) previo adeguamento delle portate derivabili (nel caso di uso irriguo, alle effettive superfici irrigate) e al deflusso minimo vitale in base alle indicazioni del Piano di Tutele delle Acque, con la salvaguardia dell’uso irriguo o potabile in termini quantitativi e temporali;

2. si deve promuovere il mantenimento e lo sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili già esistenti su territorio regionale, favorendo, ove ve ne siano le condizioni, il potenziamento degli impianti esistenti con una specifica attenzione anche alle portate di deflusso minimo vitale.

“L’utilizzo della risorsa idrica a fini energetici – continua Baccega – costituisce infatti una fonte di finanziamento significativa per i bilanci pubblici. Si tratta di un utilizzo che deve essere effettuato dopo una valutazione puntuale, specifica ed approfondita di tutti gli elementi di vincolo (paesaggio, ambiente, fruizione turistica), nell’ottica di incrementare anche le ricadute economiche sulla collettività. A tali fini, ad esempio, si consente ai soli Comuni e alle associazioni di Comuni e alle Società controllate regionali di presentare comunque domande per il rilascio di nuove subconcessioni, per l’utilizzo ad uso idroelettrico, in considerazione della valenza di tali investimenti per le comunità locali”.