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L’idroelettrico italiano lancia l’allarme tra siccità e canoni in rialzo

Assoidroelettrica denuncia una situazione negativa "al di sopra di ogni aspettativa" insostenibile anche per storiche aziende di settore.

Concessioni idroelettrico
Di Niterain – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=60413355

Cala la produzione ma non gli oneri per l’idroelettrico italiano

(Rinnovabili.it) – Da gennaio a dicembre 2022, l’idroelettrico italiano ha generato quasi 28mila GWh, ossia più del 37% in meno rispetto al 2021 (dati Terna). La morsa della siccità non ha lasciato scampo al settore tagliando in maniera sensibile la produzione elettrica. E se la situazione idrologica non sembra migliorare neppure in questo 2023, per il comparto non c’è solo il clima tra le grandi sfide del momento. Fra la norma sugli extraprofitti e i canoni in rialzo, le aziende idroelettriche continuano ad essere sotto pressione. A denunciarne le difficoltà è Assoidroelettrica che oggi chiede chiarezza e tutela per le imprese del segmento.

“Ciò di cui oggi la Categoria ha più necessità – spiega in una nota stampa – è la vicinanza delle Istituzioni, in un contesto dove purtroppo assai pesanti risultano gli effetti delle previsioni normative dovute al Governo Draghi ed oggi concretizzatisi nella più totale incertezza del D.L. Sostegni “TER”, contro il quale l’Associazione sta difendendo la Categoria d’innanzi ai giudici nonché mediante un costruttivo confronto con il Governo”. Il provvedimento in questione ha imposto alle aziende energetiche rinnovabili di restituire gli extra-profitti ottenuti dalla vendita dell’energia da febbraio a dicembre 2022 e calcolati rispetto a un prezzo ante-crisi. 

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Una norma difficile, attuata in un contesto pieno di incertezze e nel quale, aggiunge Assoidroelettrica, “alcune regioni e province con grande ostilità intendono elevare i canoni a livelli esponenziali ed in alcun modo sostenibili”. Rialzi ritenuti “ingiustificati, non consentiti, sperequativi e lesivi della concorrenza”. 

“Per i produttori la siccità significa non produrre energia, quindi faticare a pagare canoni e mutui. La maggior parte degli operatori è stata costretta, lo scorso anno, a ricorrere a risparmi o a chiedere nuovi affidamenti per fronteggiare ai mancati ricavi […] l’attuale situazione è negativamente al di sopra di ogni aspettativa e non è più sostenibile nemmeno dalle più solide e storiche aziende di settore”.

 L’associazione è oggi impegnata in qualità di referente per l’Italia della Federazione Europea Energie Rinnovabili, nella promozione di uno studio a livello europeo sul valore dei canoni idroelettrici negli altri paesi del continente.