Nonostante l'opposizione di Egitto e Sudan, il Governo di Addis Abeba ha inaugurato i lavori di costruzione della mega diga Gran Rinascimento del valore di 4,7 miliardi di dollari
La portata del progetto, che secondo fonti ufficiale a regime dovrebbe raggiungere una potenza pari a sei centrali nucleari, spaventa i Paesi a valle della deviazione – Egitto e Sudan – che hanno da subito contestato la costruzione della diga, soprattutto perché in violazione di un accordo coloniale, che dà a Il Cairo la gestione del 70 per cento delle acque del Nilo.
Le preoccupazioni dell’Egitto sono tutte rivolte al timore che l’impianto possa ridurre il flusso del fiume e secondo diverse fonti avrebbe fatto non poche pressioni nei confronti dei paesi finanziatori perchè venissero bloccati i fondi. E Mohamed Bahaa El-Din, il ministro delle Risorse idriche e dell’irrigazione egiziano, si è subito affrettato a specificare che la nazione non si è opposta al progetti purché si accerti che non saranno danneggiate le comunità a valle.
D’altro canto il ministro dell’Energia etiope, Alemayehu Tegenu, ha tenuto a rassicurare, attraverso una nota ufficiale che la diga Gran Rinascimento non avrà un impatto negativo sul Nilo. “La costruzione della diga avvantaggierà i paesi lungo le rive, dimostra l’uso giusto ed equo del fiume e non provocherà alcun danno”. A regime con i 6 GW di capacità, l’impianto fornirà energia non solo all’Etiopia, ma anche ai paesi vicini. Il progetto segue di pochi giorni l’annuncio da parte della Repubblica democratica del Congo dell’intenzione di mettere a frutto le acque dell’omonimo fiume, concretizzando le nuove mire di sviluppo idroelettrico che si stanno facendo spazio in Africa.